Voleva convincere il Mondo a non alzare altri muri. Tra i “grandi” della terra era da solo, il solo a volerlo. Tra i “piccoli” siamo in molti, ma: o non abbiamo voce in capitolo nella amministrazione e conduzione dello Stato, oppure dove l’abbiamo con la democrazia ci freghiamo con le stesse nostre mani perché cediamo alle lusinghiere promesse elettorali e non controlliamo più chi abbiamo eletto. E tornare in piazza tutti assieme ci sembra buffo, lo facciamo soltanto come tifosi o come fiaccolanti quando c’è già stato il disastro.
La sua solitudine. Era una scelta. La sua solitudine è stata una condizione necessaria per squarciare i muri della diffidenza e aprire varchi nella zona grigia della sua Chiesa, del Mondo, del politicamente corretto figlio del buon senso.
Era solo anche quando era in mezzo alla gente, il suo agire era un messaggio. Soltanto gli umili sapevano condividere cosa volesse intendere. Era davanti al muro che separa Betlemme da Israele. Il luogo di nascita del Principe dela Pace, faro di papa Francesco, ha un muro che lo stato d’Israele ha costruito per dividerlo, in mezzo alla biblica Terra Promessa. Buffo e fa rimanere senza parole.
Guidare da solo la Chiesa, era un necessario atteggiamento per poter rimanere spontaneo e fermo, una scelta e un atteggiamento per immergersi nella missione che aveva proclamato di compiere quando si presentò dopo la sua elezione. Fortunato che il cervello lo ha sorretto fino alla sua scomparsa!
E ci immaginiamo che, presentandosi come candidato nel conclave che lo portò poi alla elezione a Papa, egli avesse reso chiaro a tutti i suoi colleghi che avrebbe seguito e riaperto la Chiesa alla teologia della liberazione, quella che negli anni ’60 fu messa in moto dal Concilio Vaticano II indetto da Giovanni XXIII nel gennaio 1959. Gli altri potrebbero aver intuito che quella era la strada maestra affinché i finti non simulassero di esser portatori di Cristo. Come è successo spesso e di solito nella storia, a cominciare dagli imperatori romani.
Anche a casa era da solo, e non alla corte del re. Viveva con Marta, in quella casa che oggi è intitolata a lei.
Nella mitologia biblica Marta e la sorella Maria, a Betania vicino a Gerusalemme, accolsero nella loro casa quel Gesù e, alla morte del fratello Lazzaro è lei a chiedere a Cristo il miracolo di resuscitare il fratello Lazzaro.
A casa da solo, a giro tra la gente, preferibilmente poveri e deboli, cioè quelli al di là del muro.
Parla sotto il sole con padri e madri che hanno figli e figlie lesbiche, gay, bisessuali e transgender.
E cercava anche i “grandi”, si scambiavano doni, di lui i gesti e le parole rimanevano comunque l’essenziale: abbattere i muri e far cessare le guerre, accogliere e dialogare. Aprire le porte non significa legittimare. La sua chiesa non escludeva. Sapeva che convincere alla pace i possessori della della politica e della ricchezza capitalistica avrebbe significato realizzare il suo Regno di pace.
Anche quando era in solitudine voleva consolare, cercava la sintonia con gli altri. Lui pregava. disobbediente al tempo del Covid per cercare in solitudine il colloquio coi reclusi in casa e con la sofferenza
Il primo viaggio apostolico del pontefice è stato a Lampedusa, nel luglio del 2013. Nelle acque prospicienti la Porta d’Europa, Il mare, eppure!, non era un muro. Francesco getta una corona di fiori in memoria delle tante vittime della traversata verso il Vecchio Continente, ma il messaggio principe è di plauso a chi accoglie e non quello del cordoglio per chi rimane vittima.
Un aspetto principale della sua intelligenza è quello della pace come costruzione artigianale, sottolineava che tutti, non solo i potenti, possono contribuire alla sua realizzazione,
Oggi, che Jorge Mario Bergoglio, vulgo papa Francesco, è morto, cercando una frase per il mistero e l’imponderabile che avvolge ogni vita umana, è bello ricordare quando a domanda rispose «Se una persona è gay chi sono io per giudicare?», possiamo immaginarcelo che sia ancora lì che ammonisce “Chi ti ha contagiato la presunzione di impadronirti del bene e del male?” ed ognuno di noi sa a chi si rivolgerebbe. Sicuramente a tutti quei Governanti che si sentono missionari della cristianità e che alzano muri ad ogni sbatter delle ciglia.