adulti ancora a scuola

Spruzzi di AAAS per l’immaginario di chi c’era.

Nell’isola delle mascherine ormai l’aria era estiva e un chiarore diffondeva voglia di incontro, ma anche di vacanza. Era la ventiquattresima settimana dell’anno 2021, si stava concludendo il ciclo degli incontri a distanza, on line attraverso la video conferenza. Erano quelli famosi di Informatica Pratica, gli ultimi a desistere dall’imparare prima di prendersi una pausa. Gli Adulti Ancora A Scuola facevano gli ultimi preparativi.

La Pania, Sempre Bella, da lassù contava le ore per quello che sarebbe stata una rassegna di emozioni, presentate con le parole e le frasi che ricordavano decisioni e cambiamenti. Circolava anche l’attesa di vedere gli altri in faccia, dal vivo, anche gente mai incontrata ma veduta sullo schermo del pc. La Pania, invece, vedeva tutti e tutti i giorni: quello era il centosessantanovesimo dall’inizio dell’anno solare. Sempre Bella ma insensibile, partecipava senza emozione, lei, mentre accompagnava gli Adulti Ancora A Scuola nel giardino della Biblioteca di Barga. Ognuno andava coi propri pensieri ed i propri propositi, del resto era un momento importante: gli adulti sarebbero tornati ad assaggiare il gusto del calcare la scena, in pubblico, come ai tempi delle recite nella scuola del mattino.
Neppure un manifesto era stato affisso perché si sapesse. La Direttrice aveva deciso che il-tutto-on-line avrebbe portato la gente che serviva, quel po’ di pubblico curioso e chiacchierone che poi spargesse la notizia. E gli Adulti Ancora A Scuola non erano più bambini, ma come loro avevano detto in casa ed altri che sarebbero andati a parlare al Cancellone, all’aperto per via del covid, a dire della loro esperienza di quella scuola che seguivano da casa, attraverso il computer.
Quando erano stati bambini riuscivano a portarsi dietro qualcuno, anzi erano gli altri che accompagnavano loro, bambini. Ma la gente degli Adulti Ancora A Scuola non lo sapeva che erano tornati scolari davvero e che avevano voglia di manifestarlo. Che sarebbe stato interessante seguirli e magari ascoltarli.
Fu bello fare tutto, preparare, apparecchiare, sistemare le sedie, aspettare che ciascuno arrivasse con quello che serviva per la recita. Non ci fu un intoppo, ognuno sapeva cosa fare, del resto erano Adulti. Ci fu un po’ di imbarazzo e di mormorio di sguardi quando l’unica persona che valeva mille, cioè quanto tutti quelli che non avendo letto il manifesto non avevano potuto esser lì, si scusava che sarebbe rimasta soltanto mezz’oretta, poi avrebbe salutato per correre ad un’altra recita, alla quale non poteva mancare! Lasciando a se stessi gli Adulti, evidentemente meno importanti.

La Pania, da lassù, li vedeva i pensieri dei presenti, anche quelli che “ma allora se parlo tardi o per ultimo quella non mi sente …”, e parlare davanti ad una autorità faceva sempre sperare che i messaggi lanciati avessero un traguardo. E invece, no!
Per fortuna il fotografo si era trovato lì per lì, per sostituire un altro che aveva dato buca,  ad arrivare fu lui  che l’aveva accompagnata, la Mari che non si aspettava di essere chiamata a parlare al microfono. E gli fu chiesto di improvvisarsi fotografo.
Uno pari: una cosa andava così e così e una migliorava la situazione. Il microfono funzionava, bene, andava sanificato ad ogni passaggio, una scena inusuale, ma era l’era del covid, era per questo che ognuno aveva la propria mascherina, presidio sanitario individuale.
Il rumore dell’acqua che zampillava nella vasca di fronte all’entrata della Biblioteca faceva da sottofondo, “allora iniziamo” fu il segnale dell’attenti.
Bisognava esserci per poter comprendere o sentire palpabile, dalle parole che uscivano dalle bocche che ad una ad una esprimevano i pensieri e le sensazioni, quanto fosse stata Fantastica la Vicenda che si era maturata nell’Isola delle Mascherine e che in quel tardo pomeriggio veniva apostrofata con garbo e raccontata con partecipazione da ognuno degli Adulti Ancora A Scuola che erano lì presenti e rappresentavano anche gli altri che erano già in vacanza, a casa in convalescenza, al corso del volontariato, a guardare i nipoti e comunque a far cose della vita che non erano cose di Ancora A Scuola.
Non erano presenti neppure Nonna EVa e Negro Amaro. E non poterono ascoltare quel prof. Fissatello che era uscito dall’Antro del Metodo. Non faceva convenevoli, quello che a lui interessava, oltre le lezioni per ridurre il divario digitale tra le generazioni, erano le competenze trasversali, parlare del futuro, un modo contagioso di moltiplicare le occasioni e gli stimoli. C’erano, invece, Cromo e La Volpina, stavano quatti quatti negli smartphones in attesa di esser interpellati. Ma non era il loro momento.
In quel giardino, a quella sericcia luminosa del giugno, 10 Adulte/i si raccontarono, e prima di loro lo avevano fatto altre 5, inglobate naturalmente nel treno di Adulti Ancora A Scuola. Erano corsiste e corsisti che rappresentavano i risultati dei corsi non-formali di English Conversation, Italiano L2 e Informatica Pratica.
E la Pania guardava. Ascoltava? Certo sentiva, aveva sentito le loro voci, come le aveva sentite per mesi e mesi viaggiare nell’etere delle videoconferenze.
Ma era la Pania che avrebbe dovuto ascoltare?
La festa andava avanti, sicura, anche divertente, seriamente leggera e intanto si distribuivano diplomi, tessere e locandine, di quelle da appendere in camera. Non da affiggere ai muri e nei bar, s’intende!
Tra le apparenze di appartenenza fin dall’inizio erano spiccate la maglietta e il cappellino di maidiremaiadulti. Una specie di UNIFORM che indossavano quelli di Informatica Pratica.
Importanti in quel tardo pomeriggio di festa, e lo testimoniavano Cromo e la Volpina nel loro lavoro di ricerca, un bel po’ di testimonianze sul valore di rientrare in formazione, e per di più con corsi di istruzione non-formale. Parlavano della importanza di riconoscersi analfabeti funzionali e di tornare ad apprendere per non esserlo più, parlavano di quale vivacità e impegno comporta seguire un corso da adulti ancora a scuola; parlavano di come era cambiata la geografia di alcune giornate nelle case dei corsisti, dei cambiamenti degli atteggiamenti dei conviventi. Del resto, le esigenze degli studenti sono un fattore importante per le famiglie, adesso, da loro, lo erano anche le esigenze delle corsiste e dei corsisti adulti. Parlavano dell’orgoglio di raggiungere traguardi di apprendimento e di abilità che prima di questi corsi avevano provato raramente in età adulta.
Parlavano e confrontavano il prima e dopo, il non sapere col conoscere. Si scambiavano espressioni di stima parlando della collaborazione, della disponibilità, dell’affiatamento, del gusto del dire e del fare assieme. E tutto questo nel frequentare un corso per adulti di informatica pratica. Raccontato in pubblico, dove il pubblico erano loro, ritrovatisi in presenza alla fine del confinamento dovuto alla pandemia.
Le luci dei lampioni non si erano ancora accese, era presto per questo, la luce cala tardi il 18 giugno a quella latitudine. Ma erano passate quasi due ore, e, benché senza pubblico altro, la recita di fine anno didattico era trascorsa nell’adrenalina. Poi la fretta e la nostalgia di sparecchiare, rimettere a posto le cose, scambiarsi oggetti e saluti, darsi gli arrivederci.

E lo zampillo d’acqua nella vasca coi pesci rossi continuava imperterrito, come lo sguardo della Pania. Spruzzi di AAAS continuavano a salire.

Una risposta a “Spruzzi di AAAS per l’immaginario di chi c’era.”

  1. Il nostro incontro in presenza “sotto la pania nel tempo delle mascherine” era molto atteso. Durante il corso ho avuto solo la possibilità di vedere i corsisti attraverso lo schermo, e quando l’ho incontrati in presenza a “tu per tu” mi ha fatto tanto piacere. Il Professor Luti ha organizzato per ADULTI ANCORA A SCUOLA la festa di fine anno “still together”….perchè sarà cosi che vorremo stare in futuro….
    Esattamente come fanno gli studenti della mattina. La differenza era che noi adulti non avevamo un pubblico di famigliare appresso. Una ad una abbiamo espresso le motivazioni che ci hanno portato a seguire i corsi proposti dall’UNITRE di Barga.. E tutte/i abbiamo riconosciute quanto sono stati importante i nostri incontri,non solo per imparare, ma anche di appartenere ad un gruppo. Gli insegnanti ci hanno regalato un ricordo dell’anno frequentato.
    Ancora un bel grazie a tutti

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