R0, Rt, RDt
Le sigle, le abbreviazioni, gli acronimi. I nostri orecchi li ascoltano dalla bocca di tutti.
Riempiono telegiornali, dibattiti e decreti del Governo, sono dei protagonisti mediatici di questa pandemia.
Non tutti ne afferriamo il significato: che cosa significano, per che cosa stanno?
Intanto sono indici/indicatori di epidemia/pandemia.
R sta per ri-, prefisso iterativo usato nei verbi: es ri-fare il letto, ri-infettare il vicino. Ri-infettare significa infettare di nuovo. Uno che è infetto a sua volta ri-infetta qualcun altro.
Ok, R, capito! R0, r con zero, perché? Perché viene riferito all’inizio, al momento/tempo zero, al paziente zero del contagio, quando non è ancora intervenuta alcuna misura di contenimento della epidemia.
Una persona infetta all’interno di una comunità ha la capacità di infettare un numero variabile di individui durante il suo periodo di infettività, e più alto è questo numero e più deve considerarsi l’agente patogeno.
Quindi questo indice viene calcolato attraverso il rapporto tra il numero di persone contagiate (forse è meglio dire soggetti in quanto la trasmissione potrebbe avvenire anche tra diverse specie viventi) ed il numero di soggetti infetti che hanno diffondono l’infezione.
Se l’indice vale 1, vuol dire che ogni infetto arriva a contagiare soltanto un altro soggetto, 1:1. Il virus si riproduce, ma rimane costante come numero di soggetti.
Naturalmente questo è un ragionamento teorico, in quanto lo R0 misura il numero di soggetti che possono essere infettati da un solo individuo, e non misura l’infettività in una unità di tempo (appunto: Ri-infetta in tempo 0).
Comunque lo R0 (iniziale) di una epidemia viene preso come parametro della funzione esponenziale della epidemia.
Se invece l’indice è superiore > a 1 l’epidemia si sviluppa esponenzialmente; es. 2:1, 4:2; 16:4 …. (puoi leggere due da uno, quattro da due…)
Se invece l’indice è inferiore < a 1 e continua ad esserlo, allora l’epidemia andrebbe esaurendosi. Visivamente si capisce, per esempio, che 0,5:1, 0,5 diviso 1, fa 0,5 cioè meno di 1, quindi un soggetto non riesce a contagiare un altro soggetto, in questo esempio numerico ci vogliono due soggetti infetti per contagiare 1 altro soggetto. Naturalmente anche questo è un ragionamento teorico, ma rigoroso. L’esempio significherebbe che la virulenza è bassa. (ma non che il virus è indebolito, come molti capiscono quando ascoltano la tv!)
Se l’indice diventasse finalmente pari a 0, vorrebbe significare che l’agente patogeno non riesce più a infettare. Ma avrebbe ancora capacità di infettare. (come è stato per anni in Italia riguardo al vaiolo, grazie all’efficienza della vaccinazione)
Per scendere coi piedi tra le mascherine, Il Corriere.it riportava l’8 Maggio 2020 che in Italia l’indice R0 del coronavirus era calcolato tra 0,5 e 0,7.
Da mesi ormai per lo più si sente parlare di Rt, R con t, cioè il Ri-infettare del virus in un t-empo determinato, dipendente quindi dalle misure di contenimento adottate o non adottate. Spesso oggi viene usato con significato di tasso di ri-produzione, cioè come il numero di soggetti contagiati da un soggetto in una unità di tempo. I notiziari ogni sera lo aggiornano con questo significato. Giornalmente.
In una situazione di epidemia l’Rt non si abbassa spontaneamente, viene influenzato dalle misure di contenimento e dai comportamenti dei soggetti delle comunità. Insomma le mascherine, il distanziamento la igiene e la sanificazione sono armi per contrastare la replicazione del virus. Poi arriverà l’arma del vaccino.
Naturalmente l’indice Rt di un giorno per l’altro non ha alcun valore predittivo; per questo è bene riferirsi ad una media di un intervallo di tempo più lungo, sette giorni, e calcolare poi la variazione del valore tra la settimana precedente e quella successiva: questo valore si indica con RDt (=Replicazione Diagnostica tra lassi di t-empo).
Sulla base di quest’ultimo parametro, dato dal raffronto tra periodi/settimane, oggi gli epidemiologi indicano il livello di rischio della epidemia che ci colpisce.
Sulla rivista della Associazione Italiana di epidemiologia si ritrova una scala di allarme in cui l’RDt può rappresentare un metodo per monitorare l’andamento della epidemia/pandemia e indicare i segnali di rischio.
Il virus disinnesca se non gli diamo l’occasione di diffondersi, cioè di passare su altri soggetti . Diffondendosi trova quei quei soggetti che non gli resistono e si ammalano e/o diventano positivi infettanti. il virus si comporta come un parassita, campa solo su altri che lo portano. Quindi no ad ogni assembramento, neanche per Natale.
Se l’Rt (RDt) non scenderà presto sotto 1 e si ridurranno le misure di distanziamento tropo presto, dopo poco ci ritroveremo in una terza ondata di forte e disastrosa epidemia di ritorno.
Questo fenomeno è già accaduto in Italia da maggio scorso in poi: una misura disastrosa dal punto di vista sanitario e psicologico è stato il BONUS Vacanze varato dalGoverno Conte. Ha passato il messaggio che si poteva andare in vacanza, anzi ti invitava ad andare in vacanza con lo sconto! “Vacci che un po’ di soldi te li do io!” Vacanza, allegria, baldoria, feste, assembramenti, promiscuità… Il virus ha potuto giocare le sue carte preferite, ed eccoci al ritorno della grande dell’epidemia ed al collasso delle strutture sanitarie. In Australia hanno fatto sette mesi di confinamento=locdaun.
I rischio è che si ripeta la situazione visto che sono in arrivo le “le vacanze di Natale”! Meglio sarebbe abolire per quest’anno le vacanze di Natale e continuare a fare scuola anche quando a distanza e continuare ad andare al lavoro anche quando a distanza. Cioè esser rigorosi sui distanziamenti personali. Bisognerebbe ritirare la legge del Bonus vacanza e quei soldi andrebbero usati per sanare la situazione dei trasporti pubblici, per assolutamente garantire il dovuto distanziamento sui mezzi.
Anche la disinfezione e la sanificazione dovranno esser mantenute fino alla scomparsa dei contagi/contaggi.
Le comunità come le società nazionali dovrebbero essere salvate. E allora l’impegno individuale è comunque fondamentale.
La responsabilità individuale è una delle armi più potenti contro la pandemia che ci colpisce, vale oltre le regole e le restrizioni che i decreti governativi DPCM ci impongono (acronimo: DPCM= D-ecreto del P-residente del C-onsiglio dei M-inistri).
Il Finalino? Ognuno dovrebbe pensare alla vita e alla salute degli altri perché anche da essa dipende la propria sopravvivenza, ma anche la propria libertà. No?
Secondo me le chiusure non servono; serve che le persone rispettino regole , distanziamento , mascherine , assembramenti etc. Tutto deve essere fatto perché queste regole vengano rispettate.