adulti ancora a scuola

Più che ricordare mi viene da riflettere.

Schizzi di pensieri ed articolo. Esprimi l’opinione e non aver paura del lupo.

Una ricetta che non ha funzionato. Esportare la democrazia da occupanti non regge ed il conto finale è deludente, oltre che gravoso: soprattutto per la gente semplice che ha bisogno di presenze e non di slogan per comprendere.
Laggiù c’è tornato il Ministero della virtù e della prevenzione del vizio. Per gli occidentali è arduo vedere il bicchiere mezzo pieno dopo la disfatta, ma cercano di convincerci che il bicchiere non è mezzo vuoto. L’Afghanistan torna alle origini: via il ministero delle Donne. Torna quello della Virtù. A tornare tra i banchi inoltre sono solo i maschi. Fuori le donne dall’istruzione e da qualsiasi incarico, il potere è soltanto per i maschi.


11 Settembre 2001

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Uscivamo dal fidanzamento con la esperienza del 1989, o dall’utopia dell’’89 come dice qualcun altro, l’abbattimento del Muro

di Berlino ci avrebbe riportato ai sogni di cittadini del mondo, della libertà di pensare per cambiare il mondo, la libertà di trasmettere agli altri il nostro modo di pensare e di vivere.

 

Forse come risposta al Massacro di piazza Tienanmen in Cina, spingevamo sempre più per i diritti umani e le libertà di espressione.

 

Ma: ISIS ed il califfato nero ci freddarono.
L’attacco alle Torri Gemelle di New York fu tremendamente pauroso: la insicurezza prese le viscere del nostro mondo e fece vacillare le nostre sicurezze ed i nostri ideali. Lo sconforto per la malignità insinuata nelle civiltà umane si fece di nuovo vivo.


“Uccisa da un uomo che era ossessionato da Lei”.
(Grammatica, inconscio o ignoranza?)
Così hanno letto (anche donne) ai telegiornali che ho ascoltato. Credevano di renderLe giustizia e spiegare il torto dell’assassino? Se non sei sveglia, basta rileggere le parole tra virgolette e ti accorgi che c’è un vizio di fondo, sembra che la colpevole sia Lei che ossessionava la bestia. Il solito cliché maschilista per cui la donna è provocatrice e masochista.
Analisi logica:
era ossessionato= verbo passivo (cioè subisce l’azione)
da lei= complemento d’agente (cioè chi fa l’azione)
I giornalisti dovrebbero essere esperti in lingua e sintassi del periodo, no?


Ciao, Paola. Noi che siam rimasti qui ci portiamo il ricordo di te.

“Volevo scrivere della fiera di S. Rocco vissuta da bambina, ma la notizia della morte di Paola, la nostra vicepresidente di Unitre_Barga, mi ha tolto tutta la voglia di far festa.  L’ho conosciuta in questi ultimi anni, giusto alle conferenze dell’Unitre, ma quella figura, elegante nella sua semplicità, con il golf e al massimo un foulard sulle spalle, in mezzo a noi ascoltatori intabarrati in piumini e cappotti per combattere il freddo dell’aula, mi ha sempre colpito molto.  Faceva capire che non aveva importanza la temperatura ma l’argomento del conferenziere e pareva si preoccupasse di accogliere al meglio, sia gli ospiti che noi ascoltatori, in modo gentile e sorridente.  L’Unitre senza di lei, certo non sarà più lo stesso. (così Pieranna sul blog maidiremaiadulti  – giovedì 19 agosto – Un Ferragosro tristissimo)


Quelli in Afghanistan (prima parte

Non so se in Afghanistan abbiano la Pania, Bella Sempre, ed abbiano l’Isola delle Mascherine. Certo hanno qualcosa per cui i destini del mondo si intrecciano da molti decenni da quelle parti. Ed i fatti afgani sono tornati alla urgenza della cronaca nella nostra società. E chiunque inciampa in quelle notizie difficilmente resiste dal commentare. E forse dall’infierire per una delle mille ragioni conosciute o ipotizzate.
Così su consiglio di Nonna EVa sono andato a parlare con NegroAmaro. Lui è senza peli sulla lingua di solito. E, come Nonna EVa, cerca di non lasciare spazio ai discorsi di pancia.

——————-    Quanti Afghanistan ci sono nel mondo?   —-  Picchi di umanitarismo e sentimenti di colpa.

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Quanta attenzione e quanta organizzazione, quanta premura e sicurezza da parte del Governo italiano, ma anche dell’Europa verso qualche migliaio di afghani. Perché non lo stesso atteggiamento e la stessa premura per tutti quelli di tutti gli “Afghanistan” del mondo?
Qui ci sta sotto un forte sentimento di colpa per la invasione di quel paese?
INCONCLUDENTE  ventennale. Comunque lo si guardi. Già un’altra superpotenza c’era cascata!  
Sconfitta sia per la lotta ai terroristi ed agli integralisti sia per fallimento della esportazione della democrazia. Un governo fantoccio non ha fatto mai primavera. Vista la brutta parata se ne vola anticipatamente all’estero. (Da noi può ricordare la vicenda del re Vitt. Emanuele II e del presidente del consiglio generale Badoglio che chetichellarono da Roma a Brindisi affidandosi agli anglo-americani, abbandonando i camerati tedeschi con cui collaboravano nella occupazione della Italia stessa.)
Tanti commentatori “autorevoli” si arrampicano sugli specchi per trovare motivi del “non è stato inutile”. Certo, chiunque fa una marachella poi cerca qualche giustificativo tanto per renderla meno grave. Succede dai bambini in su. E nelle democrazie anche dai governi in giù.

Per la gente afgana che ha creduto nel cambiamento di prospettiva e nella rotta di quelli che noi chiamiamo i diritti fondamentai, certo è stato un duro colpo, costretti oggi al suicidio ideologico.
La democrazia è un regime particolare di partecipazione collettiva che fa parte della nostra occidentale crescita civile e culturale da più di 25 secoli. Quella italiana è una giovane democrazia parlamentare e fa parte di un sistema democratico che si è sviluppato nel tempo con regimi democratici particolari e diversificati nei vari territori europei. Ma ci sono Paesi nei quali il regime della democrazia non è l’opzione scelta per governare nazioni e popoli. La grande Cina attuale ne è una dimostrazione. Oltre alla democrazia ed ai suoi mille vestiti, quindi ci sono anche altri regimi per governare, e quindi anche altri sistemi di aggregazione dei potentati politici.
La democrazia è un regime perfetto? No di certo, direi.  Altrimenti non ci sarebbero continue crisi e continui miglioramenti o arretramenti.
Ma c’è un regime perfetto? Che non crea crisi?
Voi che ne pensate?
Io credo di che non ci sia. Del resto la democrazia va in parallelo col metodo scientifico che noi preferiamo: provare, sperimentare, cambiare, progredire, rivedere, rifare, migliorare, … insomma ci sembra che il destino dell’OMO sia il vai avanti e tentala per stare meglio te e tutti quanti, perché a mettere in riga milioni di persone ci vuole il loro consenso o almeno quello di una loro maggioranza! E così da un po’ di secoli tentiamo di andare avanti. E non è che la storiagrafia ce ne dia torto, anzi! Sono un italiano del ’49 e in casa mia non ho visto le guerre dei miei padri e dei miei nonni.  Certo che senza una buona scuola e la educazione civica si torna indietro: in Italia si bistrattano ed ammazzano le donne come in ogni colonia talebana!
La democrazia diretta e anche quella rappresentativa (come la nostra) è di per sé un continuo lavoro di aggiustamenti e ritocchi, poiché, se l’opinione di ognuno conta, ognuno potrebbe fondarsi come partito, un partito per ogni testa! Per questo si sono diffuse le democrazie rappresentative, per aggregare teste e prospettive e per rendere il gioco più funzionale a prendere decisioni.
Già!
Se facciamo l’esempio del gioco, potremo capire meglio.
Un gioco funziona se ha regole che non vanno in contrasto tra loro e rendono la logica del gioco perfetta o almeno funzionale: basta un arbitro per controllare e decidere secondo le regole prefissate ed accettate.
Le regole danno la sicurezza di un risultato. Le regole prevengono gli inganni. Le regole funzionano meglio se sono poche, semplici e chiare. Le regole tracciano un perimetro perfetto che genera condivisione, nel gioco!
Le regole! Fai una Dittatura, un Regime Autoritario e troverai molti che di pacia ti seguono, a iosa! Vedi in Italia con il Mussolini ed il fascismo del Ventennio.
Le regole della democrazia, invece, sono Libertà, Diversità, Ugualianza o Equità, Rispetto, Dialogo, Compromesso, …. insomma di cose chiare non ce ne sono, le certezze vanno costruite e definite, la sicurezza in democrazia si chiama condivisione. E quindi la democrazia un gioco proprio non è! Ma chi la pratica mira a raggiungere regole chiare e condivise come se si giocasse!

In attesa che questo si realizzi passano i millenni e in attesa che le regole si compiano c’è bisogno di un arbitraggio diffuso: la polizia, le sanzioni, gli eserciti, le armi, le carceri, e molte energie si sfogano in quella che chiamiamo giustizia, ma anch’essa ha regole incerte perché in continua evoluzione, quindi anche su questa strada la calma, la sicurezza, la felicità, il rilassamento non sono “la regola”. Forse è per questo che usiamo le espressioni “andare in ferie”, “fare vacanze”, “staccare la spina dal tran tran quotidiano”, facendo finta di non star più nel casino della nostra vita, almeno per qualche giorno.
Ma non stiamo politicamente nella disperazione!

Insomma i regimi politici, tutti quanti, non soltanto la democrazia, non sono fatti come un gioco nel quale se giochi ci stai e infine accetti il destino al quale le regole standard ti conducono.
“La vita non è un gioco”, è un adagio sicuro, no?
La vita, l’umanità se l’è cresciuta complicata. Ogni persona, da poco dopo la nascita, si costruisce inconsciamente la convinzione di essere il centro del mondo, e cerca di sovrastare e farsi servire, e chi ti cresce ti incita: “fatti furbo”. Così nascono le rivalità e le gerarchie (=chi sta sopra comanda e chi sta sotto obbedisce).
Come sarebbe bello che questa fosse una clamorosa bugia!


(la seconda parte dell’articolo è pubblicata su questo blog, clicca qui per leggere)

 

Una risposta a “Più che ricordare mi viene da riflettere.”

  1. Quello che è successo in Afganistan è terrificante. Guerre sopra guerre. Quanto devono sopportare le DONNE e BAMBINI/E… da non credere. Hanno perso tutto quello che avevano conquistato fino ad ora….massacrate, violentate, uccise vivono con il terrore per i loro figli/e. Questi uomini che sono peggio degli animali.
    L’America è uscita da quel paese, forse minacciata e sentendosi in pericolo da tutti quei terroristi che non hanno mai smesso di dare segno della loro presenza….
    grazie Professore per farci riflettere sulle disgrazie dell’umanita…

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