8 Marzo 2024 -Vorrei poter raccontare che l’ugualianza di genere, una volta prescritta dalla legge, si traduce immediatamente in ugualianza nella mente delle persone. E nello stesso tempo in atteggiamento e comportamento individuale corretto!
Ma.
Ma, ci sono problemi profondamente radicati che impediscono l’assimilazione dei valori positivi, come l’ugualianza.
Ci sono problemi profondamente radicati che impediscono una reale parità.
Millenni di patriarcato hanno promosso un pensiero diverso, trasmesso da una generazione all’altra mascherato da “tradizione”, da buon senso, da “i miei hanno fatto sempre così”.
È la giornata internazionale della donna, anche questo 8 marzo 2024! Non certo una festa. Tuttavia, una festa sia e se la merita ogni donna che oggi festeggia da sola, con altre o con altri promiscui la Giornata Internazionale della Donna.
Molte devono ancora lottare per raggiungere questo traguardo, ogni giorno.
Per la ricorrenza, Emma di AAAS ha fatto un cartoncino digitale ed ha inserito una scritta “GIRLS JUST WANNA HAVE FUNDAMENTAL HUMAN RIGHTS”. Mi sono chiesto, indipendentemente da dove l’avesse pescata, poiché il web oggi è un suggerisci-suggerisci, che cosa volesse significare propriamente.
Così mi sono messo alla ricerca: nel web.
Ekaterina Kuznetsova, delegata che ha rappresentato la Russia al G(irls)20 Summit a Istambul, in Turkia, aveva inventato questo MIX. (era appunto il 2020)
Russia e Turkia oggi non sono proprio dei modelli. Ma la emancipazione femminile ha i suoi tempi e le sue vittorie con cammini secolari diversi nei diversi angoli del mondo.
Nel 1983, Girls Just Want to Have Fun, una canzone scritta da Robert Hazard nel 1979, fu riadattata da Cyndi Lauper per il suo album di debutto She’s So Unusual.
Cindy lo aveva detto subito: inusuale o non usuale!!
Nell’Agosto del 2020 Ekaterina aveva iniziato a scrivere un articolo per la Giornata per l’ugualianza delle donne e trovò che il verso cantato da Cindy fosse iconico, e potesse diventare “Girls Just Wanna Have Fundamental Human Rigts”, poiché “ogni donna vuole essere trattata alla stesso modo”. Il diritto a non essere discriminata è uno dei Diritti Umani!
Il 10 Maggio 2023 il Sole 24 Ore, quotidiano nazionale italiano, titolava “Diritti, in soli 14 Paesi le donne hanno la piena parità. E l’Italia non è tra questi.”
Se contassero realmente le parole scritte nelle leggi, oggi si potrebbero contare anche molti altri Paesi come paritari. forse anche 143, su 196, ma, come si può capire, altro è una dichiarazione tutt’altra cosa è un cambiamento effettivo di usanze, religioni, buonsensi, credenze, decreti attuativi, regolamenti … e cervelli!!!! Di maschi e di femmine!
Sedimenti profondamente radicati impediscono la reale ugualianza di genere, e in generale una la ugualianza tra le persone, altrimenti perché anche i nostri e le nostre nonne costituenti avrebbero dovuto scrivere: Art. 3 – Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Ci sono ancora molte persone (a cominciare da politicanti, uomini di potere e di soldi, capi popolo e capi di religioni e credenze) che comunemente odiano il femminismo (anche molte donne lo fanno) e ritengono le femministe come donne che detestano gli uomini.
Dovremmo aiutarci a capire.
E ci sono donne che preferiscono restare sole, forse perché leggono la realtà e preferiscono restar sole. Magari con sette gatti, piuttosto che essere soggiogate in un meccanismo patriarcale che potrebbe portarle ad essere vittime (o complici) della loro discriminazione. La storia e le cronache mondiali lo indicano con chiarezza quale può essere la sorte per chi nasce femmina. Fanno effetto, da noi, la infibiulazione, la mascheratura e la morte per assassinio, ma anche il “semplice” destino di casalinga per forza è retaggio di disugualianza.
Le conseguenze di una cultura patriarcale sono pericolose: per le femmine e per ogni persona che si sente e vuol vivere in genere diverso od affermare libertà che il regime nel quale vive non tollera.
In diversi Paesi occidentali l’8 Marzo è diventata giornata della Festa della Donna, e questo è frutto della lotta e della emancipazione culturale, ma non è “regola del mondo”! Oggi, da noi, quando c’è festa è festa dell’orgoglio femminile, non ancora una festa spensierata. Molte “schivano” questa giornata perché essa per buona parte fa parte della zona grigia del silenzio e del preconcetto perbenista.
E il disprezzo delle donne e la negazione a loro dei diritti fondamentali, purtroppo, si verifica in tantissime parti del mondo anche dove le leggi predicano di garantire (quindi, solo a parole) l’ugualianza.
Ciò vuol dire che le leggi di pari opportunità è bene che vengano approvate, ma non sono subito efficaci, non sono ancora efficaci.
Si tratta di una evoluzione di mentalità, una evoluzione culturale. Che ancora non è compiuta.
Un esempio semplice di buona pratica e di accoglienza per la evoluzione di cui parliamo è riconoscibile ai link successivi: Bimba in classe col niqab, la maestra invita i genitori a scoprirle il volto. La Lega insorge: “Va vietato” (lanazione.it)
Bimba con il niqab a scuola, la maestra le fa scoprire il volto: caso risolto ma non per la Lega (unita.it)
Il cambiamento trasformativo inizia con la educazione delle persone e l’invito al cambiamento dei valori da tempo accettati supinamente, con l’accortezza ad essere diligenti nel creare soluzioni sempre più sostenibili per incrementare passo dopo passo l’ugualianza per le donne di tutto il mondo, e per tutte le persone senza distinzioni.
I paesi che stanno cambiando le leggi per ridurre le diseguaglianze tra uomini e donne (vai al link di oggi per saperne di più)
Esistono molte persone, sia donne che uomini, che si adoperano per la ugualianza dei sessi. Nel web ci sono conferenze on line in cui si descrivono i successi delle donne innovatrici e intraprendenti nonostante la cappa del maschilismo e del buon senso delle tradizioni religiose e settarie. In Italia ci sono le commissioni alle pari opportunità che fanno del loro meglio seguendo i dettami delle Amministrazioni riguardo alla emancipazione e all’ugualianza di genere. “E c’è anche l’Arabia Saudita che una volta organizzava conferenze sui diritti delle donne con soli uomini: ora consente alle donne di votare.” Nello Stato Vaticano, o della chiesa cattolica, stanno discutendo come metterla con la parità delle donne, anche per non dover fare i conti con le scissioni in vista nei prossimi decenni. È poco edificante per molti occidentali pensare che la conseguenza liberatoria della ugulianza cristiana sia arenata sullo scoglio minore: la parità di genere! Lasciando le donne in serie b.
Il mondo sta evolvendo, ma il cambiamento richiede tempo.
Tuttavia, come AAAS, penso che la mia generazione (quella dei e delle baby boomers) ha accelerato il processo educativo e di evoluzione alla parità di genere, e che le generazioni del 2000 possano far ancor meglio e con più efficacia per cambiare modelli di pensiero radicati nell’anacronismo. Un duro lavoro, rigoroso e impegnativo. Non impossibile. Bisogna lavorare tutti/e su tutte/i: non solo tra i maschi ci sono i nemici della donna e della parità di genere, resistenze fuorvianti arrivano ancora proprio dal mondo femminile. La commedia di ciò si può conoscere dalla visione di “Margherita delle Stelle”, il film sulla giovinezza della scienziata Margherita Hack, reperibile gratuitamente su Raiplay, anche dal telefonino, basta registrarsi ed accedere.
Non è impossibile. SOLO SÌ È SÌ, ANCHE SE IN ITAìLIA ANCORA NON è SCONTATO.
>>>>>> (tratto dal sito di Amnesty International) Nel 2023 in Italia sono state uccise 120 donne. Nei primi mesi del 2024 sono già almeno 20 le vittime, mentre gli episodi di violenze sessuali e molestie si ripetono giorno dopo giorno.
Secondo l’ultima indagine di Save The Children e Ipsos “il 30% degli adolescenti sostiene che la gelosia è un segno di amore […] Il 17% delle ragazze e dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni pensa possa succedere che in una relazione intima scappi uno schiaffo ogni tanto […] quasi uno/a su cinque (19%) di chi ha o ha avuto una relazione intima dichiara di essere stato spaventato dal/lla partner con atteggiamenti violenti, quali schiaffi, pugni, spinte, lancio di oggetti“.
A questa ricerca, si accompagna quella dell’Istat (2019) per cui il 39.3% della popolazione ritiene che una donna sia in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se non lo vuole. Secondo il 23.9% una donna può provocare la violenza sessuale con il suo modo di vestire e per il 15.1% si è corresponsabili se la violenza sessuale avviene da ubriache o sotto effetto di droghe.
Sono tutti dati spaventosi, frutto di una cultura dello stupro contro cui non si fa ancora abbastanza.
L’urgenza di intervenire sulla prevenzione con azioni di impatto e di lunga durata è evidente da queste statistiche, che mostrano chiaramente stereotipi e credenze che danno vita alle diseguaglianze di genere.
“Solo sì è sì” dovrebbe essere una frase scontata, ma in Italia purtroppo ancora non lo è. Per questo, è essenziale lavorare su una cultura del consenso che sfidi la cultura dello stupro in maniera efficace, educando all’affettività e alla gestione del rifiuto e promuovendo il rispetto reciproco. Bisogna adottare un approccio sistemico che comprenda la revisione delle politiche sul lavoro, l’istruzione e la salute riproduttiva e che smantelli gli stereotipi culturali che perpetuano la disuguaglianza di genere.
L’eradicazione della violenza di genere, manifestata in varie forme, da abusi fisici a stalking, può partire da un cambio di mentalità che coinvolga uomini e donne in una lotta comune. Ma questo non basta, serve anche mettere nero su bianco, una volta per tutte, che il sesso senza consenso è stupro.
Nel codice penale italiano, infatti, l’articolo 609-bis prevede che il reato di stupro sia necessariamente collegato a violenza, minaccia, inganno e abuso di autorità. Nessuna menzione, quindi, al consenso. Nessun riferimento a quanto stabilito dalla Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel 2013, per cui lo stupro è un “rapporto sessuale senza consenso“ e il consenso “deve essere dato volontariamente, quale libera manifestazione della volontà della persona, e deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto“.
L’introduzione del principio del consenso nella nostra legislazione contribuirebbe a garantire il pieno accesso alla giustizia alle vittime di violenza sessuale.
THANKS TEACHER
“GIRLS JUST WANNA HAVE FUN”
https://www.youtube.com/watch?v=PIb6AZdTr-A