adulti ancora a scuola

Finito di dare il cencio

17.12.2022 – Anche stasera il sole sta andando sotto, sono le ore 16. Ha appena finito di dare il cencio per terra. In questi giorni di pioggia un po’ di fango con le scarpe si porta, abitando in campagna, al pian terreno non è come stare in un condominio: al terzo piano le suole son già terse!
La Pania, Bella Sempre si vede bene, ma tutto il suo mantello fino ai piedi è in ombra e in ombra sono i suoi paesi abbarbicati, tipo Cascio. Invece, volgendo lo sguardo a est, Barga è ancora in luce, sembra che si sia data il lustrino dopo tanti giorni di pioggia dal cielo cupo, nerognolo, non arancione come l’allerta data dalla Regione. Coi pensieri, chi scrive, andava in giro per il cervello e dialogava con se stesso.
Hai dato il cencio? Non hai la colf, magari ad ore?
No, sono ancora abile per l’autosufficienza; chi avesse un bel reddito, certo, dovrebbe prendersi un qualcuno a servizio. Non per fare mostra della sua ricchezza, ma per un aggiustamento dei conti nella società. Redistribuire il denaro, che “ci cade in tasca” in più e ci fa sentire ricchi, dovrebbe rientrare nei doveri sociali. È fare una cosa democratica: spendere i ricavati dal surplus e dagli extra profitti dando lavoro a chi non avrebbe altrimenti un quid con cui campare. 

Poi arriva il ricordare.
Stamani, al mercato a Barga, del resto come ogni sabato, incontri almeno cinque o sei persone che riconosci e che tendono la mano o, adesso, nella confidenza acquisita parlano, ti salutano, rispettosi, e non sono colf, ma desiderano gli spiccioli. Loro non hanno lavoro o nessuno controlla che ne abbiano uno e tu non hai extra profitti, ma ti senti infastidito dalla situazione e gli lasci cadere in mano monetine di rame della KLM o di ottone o addirittura di acciaio e rameottonato. Poi, stamani sei grande e ironicamente infastidito, col il sorriso in bocca gli sfoderi un foglietto verdognolo da 5€, la risposta è uno splendido sorriso di grazie mister. E pensi con quanto “poco” riusciamo a esser felici. Almeno per un attimo.

Irritato con chi? E qui comincia la ricerca del carburante che permette l’accensione del motore dell’indignazione!
Ad ognuno la propria disquisizione o il rigetto. Sentirsi irritati può essere un atteggiamento troppo democratico, il possibilmente democratico è farsi crescere un po’ di peli nello stomaco, ma la situazione non migliora. Certo, non è semplice in comunità gestire il benessere per tutti i cittadini. Possono esserci persone che non sanno o non riescono al momento a costruirsi un decente benessere. Vanno aiutati, e l’elemosina non è la soluzione. Tuttavia, al comune cittadino non resta altro da fare. C’è da dire che ogni persona, che non ha problemi di salute fisica o di equilibrio mentale, sa apprezzare il lato destino della propria situazione e così noi vediamo a Barga volti distesi e sorrisi normali nelle persone che aiutiamo coi nostri spiccioli. Sono forse rassicurati dalla nostra regolarità del sabato mattina al mercato?
Che dubbi. Che riflessioni! Riflessioni da adulti ancora a scuola sulla vita di tutti i giorni… Che la diseguaglianza sia una legge inesorabile come quella della gravità che ci riporta sempre al suolo? Che la democrazia sia una carica ai mulini a vento, una donchisciottata? Il lavoro è l’antidoto per la sopravvivenza.

Ecco, al Bar Lucchesi, a lato del mercato del sabato, c’erano; all’interno della sala telonata, comodi al tavolino col cartellino prenotato, per ritrovarsi, svagarsi e divertirsi al gioco del Calendario 2023. Informatica Pratica – Calendario 2023 auto prodotto: una vittoria della emancipazione digitale. Una bella riunione, un appuntamento. Erano gli Adulti Ancora A Scuola. Una normalità del benessere del cittadino lo svagarsi e il fare comunità.
C’era il Renato ed altre belle persone al tavolo degli AAAS.
“Ecco, vedi? Quelli sono loro, quelli dell’informatica. La mi’ figliola dice sempre AAAS. Ormai è una sigla d’antonomasia. L’ha scritto anche il Luca sul giornale stamattina.”
– Sì. Ho capito, quelli dei corsi dell’Isola delle Mascherine. Quelli della cena dello scorso Maggio, quelli che mi hai raccontato. Ma poi non ci sei ancora andata al corso! –
“Quello è il Luti, poi ci sono la Daniela, la Pieranna …. Ecco arriva il Francesco di Castelvecchio, quello della professoressa Gina … e chissà quanti ne arriverà.”
EVa Dritta e Negro Amaro, avevano cambiato, quella mattina erano entrati per chiacchierare al chiuso, al bar Lucchesi, non sapevano ancora che il tempo si sarebbe rimesso al bello, e così la panchina rossa di Sul Ponte era rimasta vuota.
I Calendari col bordo fucsia erano sul tavolo e loro dialogavano e i sentiva un’aria di cordiale eccitazione e via via arrivava più gente. Alla fine non erano tanti, ma un bel gruppetto.
“Guarda, si fanno fotografare. Potevo farlo io, mi piace fare foto col telefonino, ma noi siamo alle spalle e non ci ha visto, il prof ha chiesto a quello davanti di scattare.”
– L’altra sera, me l’aveva detto una della materna, sono stato su iutube e ho cercato il loro calendario, c’era davvero, anche con sottofondo musicale. Poi ti mando come arrivarci.
“Aspetto che esca e poi lo compro, speriamo che lo mettano in distribuzione alle edicole. Il libro lo voglio leggere. Dicono che è come un diario. Un viaggio, con tante parole come ogni libro, ma ti spiega bene cosa è successo e cosa fanno ancora quelli dell’Informatica Pratica.”
– Ci sono i nuovi corsi all’ISI, lì in Via dell’Acquedotto, gli hanno dato l’aula informatica. Ci vanno il martedì e il giovedì di pomeriggio. –
“L’ho sentito, ci andiamo assieme un giorno?”
– Non è facile tornare a scuola da adulti e da anziani, me lo hai detto tu l’altro giorno! Ma se è per accompagnarti, a Gennaio lo possiamo fare. Non è una necessità impellente per noi. –

Arrivano i caffè, i macchiati, il succo, poi il vassoio di mignon dolci ordinato dalla Pieranna. Il gusto intellettuale della riunione e il gusto palatabile delle paste: un connubio ovvio prima dell’arrivo della Sara e del Leonardo, due giovani studiosi, archivisti, membri del direttivo di Unitre Barga. Venivano perché erano stati invitati alla gioiosa cerimonia del Dono del Calendario di AAAS.
“Vedi, il primo cerimoniale era toccato alla Sonia”, diceva nascondendo il labiale EVa, “la Presidente dell’UniTre, quindi la Presidente della loro Associazione.” E sbufficchiava, poi: “Se le fanno e se le godono tra loro. Sono ganzi!”
– No, se lo vuoi lo puoi avere anche tu il Calendario 2023, m’hai detto che l’hai letto sul Giornale di Barga! –
“Certo, ma non m’attento ad avvicinarmi. Vacci tu Negro.”
Ma EVa, non ti riconosco. È la seconda volta che ti sento titubare. E sempre a proposito di queste cose. –

Nell’aria di quella mattinata, mentre la Pania si sentiva limpida sotto il sole del 17 Dicembre, vagava la sensazione che gli AAAS mettevano in atto strane maniere di fare e di produrre i risultati dei loro percorsi di istruzione per adulti. L’aria era quella che a parlarne non disturba, ma a vederla in atto in qualche modo ti irrigidisce o ti imbarazza.
“È una banda sui generis. Te lo dicevo anche la scorsa volta. Un po’ anarcoidi, ma vanno dritti coi fatti e riescono a fare cose belline e interessanti. Almeno per loro. E questo mi frena ad entrarci in contatto, una sensazione buffa quella che provo”, disse EVa con un tono di accondiscendenza alla sua debolezza insolita.
– Ai bidelli dell’ISI l’hanno già regalato il Calendario, sai lì ci vanno ogni settimana, li conoscono. Spero che lo portino anche ai bidelli alla materna e alle elementari. Così lo vedo ogni mattina a lavoro. Vediamo quello che hanno tirato fuori. Così lo sfoglio sulla carta, non sul telefonino.-

E i discorsi degli AAAS andavano avanti, poche volte scavavano nel passato; la Pania non pensa, ma se potesse pensare arguirebbe che sono più indirizzati a costruire nel futuro che sollazzarsi delle loro fortune già trascorse. Almeno a scuola!
Così parlarono del lunedì prossimo, brindisi a fine Conferenza alla Sala Colombo, videoconferenza con lezione di Informatica con la classroom Ballando Sulla Tastiera alle 21.00, poi lezione in presenza all’ISI per qualcuno al Martedì e per altri al Giovedì.  Quindi non era ancora tempo di farsi gli ultimativi Auguri per le Feste del Natale e del Ciao al 2022.

2 Risposte a “Finito di dare il cencio”

  1. Eh si c’è gente in difficoltà, l’elemosina per loro non è la soluzione ma, come dice te Professore li
    spunta un sorriso ed un grazie dalla loro bocca.

    Cara Eva
    non ti tirare indietro quando ci vedi al bar, avvicinati a noi studenti di AAAS, siamo gente affabile, ti offriremo il caffè ed anche il dolcino. Se ci ascolti ti racconteremo le cose che abbiamo in mente di fare nel futuro. Si, perchè noi del passato lo vogliamo raccontare ai nostri nipoti, come abbiamo scritto sul calendario, ma per quanti ci riguarda noi siamo “open mind people” (come noti parliamo anche l’inglese), cioè “siamo gente con la mente aperta”.
    Noi affronteremo il futuro con la voglia d’imparare e costruiremo le nostre giornate piene di nuove iniziative, tipo l’apprendimento digitale, e li ti puoi divertire perchè come disse una volta la mia compagna di studi, MARIELLA, “ti si apre un mondo”.

  2. Vorrei trovare le parole per esprimerti la mia ammirazione per come sai raccontare cose reali e immaginarie, come riesci a leggere e descrivere le titubanze e i desideri di chi ti circonda. Spero che tu capisca che quello che ho detto non e’ una sviolinata ma esprime l’invidia per non riuscire ad assomigliarti neppure un pochino!

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