Guerra.
Intanto è una parola che c’ha dentro la u e poi la r ed anche è gutturale la sua iniziale pronuncia.
War (wôr) in inglese; krieg (chrhiig), kampf in tedesco; guerre (gher), francese, gutturale la pronuncia; krig in norvegese; harb, in arabo (ha aspirata +rbon) …. E potremmo continuare a cercare come dicono altri popoli per guerra, chiunque può farlo oggi con l’accesso al sapere digitale nel web.
Quello che sentiamo quando pronunciamo una di quelle parole, se ascoltiamo il nostro corpo, è che il nostro corpo fa una mossa unica, stringe la gola, i muscoli dell’addome in corrispondenza della pacia si stringono come quando “fai gli addominali”. Che segno è?
Poi ci sono lingue e popoli che possono arrabbiarsi e perdere il controllo in maniera e con suoni diversi, ok, allora ricorriamo ad uno studioso di etnolinguistica o semantica etnologica.
Il discorso vuol rimanere semplice. Ci sarà una relazione tra come pronunciamo le parole e l’atteggiamento mentale che abbiamo nel concepire quel concetto?
In italiano, scandendo la parola guerra, ritrai gli addominali, stringi la gola e esce fiato stretto e:
gh uuu e rrrr a, e mostri e strigi i denti, il bianco degli incisivi e dei canini si vede bene e poi si chiude la bocca con la acome in un boccone fatto!
L’umanità civilizzata e ingenua ha concepito da millenni, almeno come ce la raccontano nella nostra storiografia, la guerra come un gioco con delle regole, un risiko, cioè di un gioco da tavolo che sviluppa un confronto di eserciti nemici. Ma poi ci parla delle ragioni della guerra, degli scopi e dei fini come ci spiegasse una cosa logica, che torna! ella storiografia chi inizia una guerra guerreggiata può avere anche ragione. E teorizza la società divisa in due civili e militari. E teorizza due logiche, due comportamenti e due sorti diverse. Una falsa notizia! Alla fine della guerra ci sono vincitori e vinti. Una seconda falsa notizia.
“Fra i vinti la povera gente faceva la fame.
Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente.”
Bertolt Brecht
Testo in lingua originale:
Der Krieg, der kommen wird
Der Krieg, der kommen wird
Ist nicht der erste. Vor ihm
Waren andere Kriege.
Als der letzte vorüber war
Gab es Sieger und Besiegte.
Bei den Besiegten das niedere Volk
Hungerte. Bei den Siegern
Hungerte das niedere Volk auch.
Prendi i Google Traduttore e copia e incolla. Avrai la soddisfazione di una traduzione letterale. Se non lo sai fare, vieni a lezione dagli Adulti Ancora A Scuola.
Oggi siamo in guerra, nel senso che “Come si sconfigge un invasore? Non certo arrendendoci!”, quindi la maggioranza dei Paesi europei che hanno sul loro continente una guerra in atto hanno deciso (N.A.T.O o no) d’istinto di aiutare la Ucraina invasa dal gigante della Federazione Russa, al cui comando c’è il famoso Putin. Chi subito si è dichiarato al fianco dello scatenatore della guerra aperta è stato Aljaksandr Ryhoravič Lukašėnka, un politico e militare bielorusso, presidente della Bielorussia dal 1994, che aveva già prestato il territorio allo schieramento delle truppe della Federazione Russa.
La gente si accontenta di sentirsi raccontare la Russia come un unico grande Stato. Per il pensare comune esiste la Russia. Questo è il nome con cui identifichiamo un grande stato transcontinentale, che si estende per un quarto in Europa e per tutto il resto in Asia. Un territorio di oltre 17 milioni di chilometri quadrati, il più vasto stato del mondo!
Nel resto del Mondo non sono pochi i Paesi che sostengono la Federazione Russa e molti quelli che si son detti Ponzio Pilato, cioè neutrali, per stare a guardare e poi magari decidere.
Allora che cosa è la guerra?
A scuola ci hanno raccontato che Napoleone è stato sconfitto dal Generale Inverno, e noi, magari, ci abbiamo creduto: se fosse stata estate avrebbe conquistato Mosca! E noi ragazzini, magari, avremmo preferito così perché la Francia è vicina e Napoleone aveva Giuseppina e l’Elba. Ma eravamo stati male informati. Napoleone sapeva che arrivava l’inverno, o è arrivato all’improvviso? Cretino, se pensava di mandare i costretti suoi soltati con uno zoccolo e una ciabatta nella geleria della steppa! I soldati dello zar hanno messo il loro, ma loro erano abituati a prepararsi all’inverno.
Putin, qualche settimana fa, ha cambiato il Generale in capo alla sua invasione dell’Ucraina, si chiama Sergei Surovikin ed è descritto come assolutamente spietato. Ha una storia segnata da attacchi contro obiettivi civili. È noto, tra le altre cose, per il basso numero di perdite che subiscono di solito le sue truppe.
Amico/a che leggi, cerca notizie e informati sul web, sui siti, non so se su facebook puoi studiare, così saprai molto di più e anche di diverso.
Dunque, la gente piange per i morti in Ucraina, i genitori e i parenti e gli amici dei soldati russi e ucraini morti in guerra, piangiamo. Non possono gioire, neppure i russi. L’amore per la loro nazione o per il loro presidente non riesce a convertire il pianto in sorriso.
E, piange anche il papa Bergoglio. Comprensibile emozione di un carismatico personaggio nella marea mediatica.
Ma che cosa di diverso dai morti ci si può aspettare da una guerra in atto?
La guerra non andrebbe fatta, come non andrebbe bene sottrarsi ad un alt dei carabinieri per finire poi schiantati a tutta velocità in un giardino di una casa lungo la strada!
E allora? La guerra come si ferma?
Non c’è logica sopraffina, non c’è miracolo se l’uomo non vuole.
La guerra è ragionevole?
Ragionare, discutere, vedere le ragioni, le motivazioni, avere un metodo per risolvere gli imprevisti, cercare i perché non si è pensato qualcosa prima che il guasto sorgesse, …. Come fai a tornare indietro se già i droni uccidono e distruggono?
Nella bellezza delle società che perseguono un ordine pacifico, ci sono da sempre e ancora e purtroppo uomini ed organizzazioni, stati e religioni che invece vogliono lo scontro e non l’accordo, non intendono riconoscersi, magari diversi ma compatibili. La compatibilità è soltanto una questione di scelta, intendiamoci! Non può essere tutto spontaneo e naturale, che viene da sé, di defaut! Per l’umanità, e per le società che finora ha partorito, soltanto la volontà di convivenza potrebbe determinare pace, con-promesso e con-vivenza. Batti cinque soltanto se sei “ragionevole”, altrimenti volano schiaffi.
Fai due + due e ti accorgi che nel Mondo questo comportamento ragionevole è come l’ago nel pagliaio.
Avevano messo su le Nazioni Unite, e queste non valgono niente in casi come quello della Federazione Russa che segue Putin e Putin manda i suoi costretti eserciti ad invadere il territorio ucraino e così cantano le armi che non fanno il solletico. E l’ONU non è servito a niente neppure prima quando almeno dal 2012 o 2014 avrebbero dovuto fare da arbitro ai confini tra Ucraina e Federazione Russa. Lì era anche la piccola politica che si scannava tra io voglio russo e io voglio ucraino, e la gente tifava come se fosse una cosa da stadio. Sarebbe stato possibile trovare una linea di demarcazione, probabilmente con volontà!
Le Nazioni Unite sono un organismo ridicolo: ci sono 193 paesi che aderiscono, ma nel suo Consiglio di Sicurezzai cinque membri permanenti (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) possono impedire l’approvazione di una risoluzione, semplicemente non esprimendo il proprio voto favorevole!
Come puoi arginare politicamente una guerra con questi privilegi? Gli amici dei miei egoismi sono la mia mafia, e guai a chi me la leva. L’articolo 27 delle Nazioni Unite è una beffa soltanto a leggerlo: è dal suo sottinteso che si realizza il diritto di veto delle cinque sorelle della discordia: Art. 27 – Votazione
- Ogni Membro del Consiglio di Sicurezza dispone di un voto.
- Le decisioni del Consiglio di Sicurezza su questioni di procedura sono prese con un voto favorevole di nove Membri.
- Le decisioni del Consiglio di Sicurezza su ogni altra questione sono prese con un voto favorevole di nove Membri, nel quale siano compresi i voti dei Membri permanenti: tuttavia nelle decisioni previste dal capitolo VI e dal paragrafo 3 dell’articolo 52, un Membro che sia parte di una controversia deve astenersi dal voto.
La Sicurezza dovrebbe riferirsi alla sicurezza delle vite umane, o no?
Invece ancora nel Mondo, non è così. Non insegniamo cose diverse a scolaresche e a masse di studenti!
Poi si piange, che altro potremmo fare quando stiamo male, proviamo dolore, attorno ci muore gente, restiamo neppure con uno zoccolo e una ciabatta?
Il ragionamento continuerebbe, ma intanto a Roma un condomino spara e uccide in una assemblea, in una scuola negli USA un primatista armato fa strage …, a Mosca lanciata una bomba nella Pazza rossa, tragedia familiare il figlio uccide padre e madre …
La guerra e la violenza sono la stessa cosa?
Spero che in tanti possano leggere questo scritto perché ha spiegato al meglio il concetto.
La guerra che verrà
La guerra che verrà
non è la prima. Prima di lui
c’erano altre guerre.
Finito l’ultimo
ci furono vincitori e vinti.
Tra i vinti gli umili
morirono di fame. Tra i vincitori,
anche gli umili morirono di fame.
Quando si pronuncia la parola guerra in inglese,”WAR”, assumi uno sguardo di un grande spavento, W0RRRRRRRRRRRRRRR. I muscoli si irrigidiscono, e sgrani gli occhi.
Alla pronuncia della parola “PEACE” (pace)il volto si illumina, ed esce l’impronta di un gran sorriso.
Non so rispondere alla domanda “come si può fermare una guerra?” ma so pregare, e chiedo a Dio “PEACE IN THE WORLD”…..