adulti ancora a scuola

Attendere il futuro. L’anno che verrà …

Sono ancora incerto sul titolo che dovrebbe avere questo articolo, così gliene ho dati due,  L’argomento è sicuramente uno: gli adulti ancora a scuola, un diritto o una opportunità ancora chimera.

Dicembre 2020. Di questi tempi la comunità di Unitre_Barga Adulti Ancora A Scuola si incontra in ambenti virtuali. In aule virtuali. La scuola propriamente negli ultimi mesi è stata una tra le istituzioni più colpite dalla situazione sanitaria globale. In Italia in modo particolare.
Il governo non è ancora in grado di trovare una coerente ed efficace determinata azione politica verso il miraggio dei cambiamenti innovativi per passare dagli annunci ai fatti. Al futuro, per noi che in Italia “viviamo nel passato”.
Ma
Per la educazione degli adulti, la domanda che mi faccio è: la educazione a distanza è adatta all’apprendimento degli adulti? O d’altro canto: l’apprendimento degli adulti è adatto alla educazione a distanza?

  • Da parte nostra ha prevalso l’esigenza di fornire opportunità di apprendimento alle persone, di continuare ad includerle nelle strategie di apprendimento permanente e di partecipazione attiva nella società. Pur consapevoli che i percorsi a distanza sono super selettivi della partecipazione anche per gli adulti e gli anziani, in quanto questi in gran numero non hanno competenze (e strumenti) tecnologiche sufficienti, oltre alla diffusa abitudine di non sentire la necessità di apprendere il nuovo.
    Quando ci sentiamo adulti, spesso vogliamo vivere di rendita e in noi si insinua lentamente l’analfabetismo funzionale, crediamo di poter fare con le nostre competenze (invecchiate) senza aver bisogno di aggiornamenti, di nuovi apprendimenti. Intorno a noi, in famiglia, sembrano naturali le incompetenze, e quindi i divari, e nessuno spontaneamente ti chiede, a te che vai avanti con l’età, “vuoi che ti insegni? perché non impari?”. Come si fa comunemente con i più piccoli. Non abbiamo insegnato ai più giovani ad insegnarci, sembra anche a voi? E questo è via via sempre più deleterio e discriminante specialmente se si tratta di nuovi linguaggi, come informatica, tecnologia della comunicazione, lingue straniere, nuove tecnologie dell’informazione.

In Italia l’educazione continua (lifelong learning), l’apprendimento per tutta la vita sono ancora un miraggio. Da noi l’educazione degli adulti sui territori semplicemente non è una priorità. Nel 2014 sono stati per legge aboliti i Centri Territoriali Permanenti per la educazione e la formazione in età adulta (CTP). Al loro posto sui territori il vuoto. Il personale è stato passato ai neonati Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA). Si capisce proprio dai nomi che siamo andati indietro nella presenza sui territori e nella accoglienza dell’apprendimento non-formale diffondibile sui territori per provvedere alla educazione ricorrente tra gli adulti, gli anziani ed i vecchi.
Per fortuna erano nate le università popolari (es. UNITRE)! E qualcosa posson fare. Ma col volontariato a gratis, e senza sostegno economico delle Amministrazioni locali, ristretto è il cammino nonostante gli ideali.
Quando si va avanti con l’età, prima adulti poi anziani e non abbiamo più le opportunità, i modi e i luoghi, territoriali, per accedere alle risorse educative, culturali e civiche, a poco a poco ci isoliamo dal ritmo della società contemporanea.
Ad ogni età dovremmo essere messi nella opportunità di partecipare pienamente alla vita sociale ed essere attivi, autonomi e sani man mano che invecchiamo.
Pertanto, i bisogni di apprendimento permanente degli adulti e degli anziani dovrebbero essere una priorità per gli Enti Locali, lo Stato e le istituzioni educative, Scuola ed Università. Anche il dettato europeo da decenni indicherebbe il bisogno di sviluppare programmi di formazione specifici, territoriali e di qualità!
Ogni scuola, la scuola del mattino intendo, e università potrebbero promuovere come routine la cooperazione tra generazioni diverse, come un modo per perseguire una società inclusiva, dinamica e pienamente democratica.
Nel piccolo delle nostre piccole comunità di valle e di montagna le difficoltà imposte dal COVID-19 hanno pressochè annullato la partecipazione alle iniziative popolari di educazione ricorrente e di aggiornamento in età adulta.
Tuttavia noi siamo sostenuti dalla consapevolezza che accettare la nuova sfida della didattica a distanza e creare nuovi appuntamenti per adulti ancora a scuola sia una strada da percorrere.
Lavorare con gli adulti richiede un approccio particolare. Il nostro compito è promuovere la inclusione.
I partecipanti e le loro caratteristiche ed esigenze dovrebbero essere il centro dell’attenzione, l’approccio dovrebbe essere personalizzato e l’insegnante per gli adulti non è un istruttore nel senso classico del termine ma piuttosto un incoraggiatore, una sorta di guida, un sostenitore dell’apprendimento.
Certamente, ahimè, la necessità dell’uso di tecnologie e strumenti digitali non solo limita la partecipazione degli adulti ai corsi ed alle attività a distanza (on-line, con uso del web), ma anche esclude insegnanti (adulti!) dal mettersi a disposizione per la mancanza di preparazione all’insegnamento ed alla comunicazione attraverso le tecnologie educative del mondo digitale.
E, altro ahimè, le infrastrutture digitali insufficienti e non al passo coi tempi rallentano e scoraggiano alla partecipazione.
I
nsomma ci siamo improvvisamente ritrovati ad intraprendere un cammino per il quale molti, tanti tra gli insegnanti e tra i partecipanti non hanno maturato competenze digitali adeguate. E sul territorio non sono diffuse le infrastrutture digitali all’altezza della sfida attuale.
Questa situazione è stata ed è un ottimo, anche se crudele modo per aumentare consapevolezza sull’importanza delle competenze chiave, in particolare quelle digitali.
L’educazione e l’apprendimento degli adulti potrebbero sostenere il rafforzamento della resilienza (resilienza è un’ultima parola d’ordine nel gergo politico) dell’individuo e della società. Lo scopo di questo non è solo quello di adattarsi alle nuove condizioni, ma anche di combattere i fattori di minaccia e (co-) creare nuovi modelli di vita.
È emozionante pensare che l’educazione degli adulti potrebbe svolgere un ruolo trainante in tutto questo e ci mantiene fiduciosi di essere nel posto giusto.
Oggi che la realtà della globalizzazione si rivela disastrosa, ci piace fare l’appello per una cittadinanza non tanto globale, quanto planetaria, che dovrebbe essere costruita sul rispetto per la diversità e sulla ricerca di una crescita comune dove nessuno è in ritardo.
È confortante raccontarci che meglio prima che poi questa situazione di emergenza finirà, ed il covid sarà controllato, e allora la ripresa ci sarà, anche degli incontri culturali e di formazione continua in presenza, nelle sale e nelle aule, e noi con la nostra esperienza di progetto culturale per gli adulti ci vorremo essere ancora.

Tre …     man mano che invecchiamo tutti ci passiamo …
       1.  Giovani …  è bene quando vengono educati alla collaborazione intergenerazionale, e sanno diventare maestri dei maestri, dei genitori e dei nonni
       2.  Adulti…  è bene quando sono messi in grado di aggiornare competenze e conoscenze anche con apprendimenti non-formali
       3.  Anziani…. Gli anziani devono essere in grado di partecipare pienamente alla vita sociale per essere maggiormente attivi, autonomi e sani.


Argomento collegato, da sviluppare: Le competenze chiave per l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e per l’invecchiamento attivo.