Il nostro inglese con Emma – Our English with Emma un’idea spuntata nel Settembre 2021
UN PROGETTO DI AAAS
Si può pensare di accompagnare AAAS alla scoperta dell’inglese usando le abilità che si apprendono col corso di Informatica Pratica?
Certo, diremo! Proviamo.
Lo diciamo, quindi andrebbe provato.
Dovremo partire dal lessico. In realtà, all’inizio, anche nelle scuole della gioventù e nei corsi dedicati si dovrebbe partire dal lessico.
Noi lo faremo per scelta, per praticità e perché la didattica attiva ha dimostrato di funzionare, anche con gli adulti.
Quindi prima il lessico, poi la sintassi e la costruzione delle frasi complesse.
Studiare il lessico significa studiare le parole, i significati, le variazioni di significato e all’inizio lo faremo comparando il testo inglese con la traduzione italiana più letterale possibile. Dobbiamo aspettarci che presto ci troveremo davanti ad espressioni inglesi che non potremo tradurre letteralmente, ma con una nostra parafrasi italiana (e viceversa -Molte di queste si chiamano espressioni idiomatiche-).
Ci divertiremo. Impareremo le parole che Emma ci farà incontrare leggendo, poi avremo bisogno di capire come le parole si collegano tra di loro per acquistare un significato di discorso.
Fare una frase tutta nostra in lingua inglese, e dirla, pronunciarla, sarà il primo obiettivo di produzione! Vedremo quanto ci aiuterà il mondo digitale e le sue applicazioni.
E nel frattempo avremo ascoltato la pronuncia e avremo ripetuto con la nostra voce le parole e il testo in inglese. Fare l’orecchio ad una nuova lingua è indispensabile ma non semplice, perché bisogna estraniarci dalla nostra ed entrare in una nuova melodia.
Insomma non cominceremo con le lezioni di grammatica normativa. Quella arriverà naturalmente via via che gli AAAS chiederanno o saranno sollecitati al farsi un’idea sui legami logici, del come cambiare un verbo, eccetera.
L’analisi logica e l’analisi del periodo verranno poi strada facendo.
Buon punto di pratica partenza potrebbe essere una pagina scritta da Emma sul blog.
Il prof. porterà il percorso di “Il nostro inglese con Emma” sui binari della nostra Informatica Pratica:
per le lezioni useremo la conferenza a distanza e per le prime esercitazioni useremo condividere i documenti in diretta, e lavorare assieme in contemporanea. In Google-Classroom costruiremo, appunto, la classe virtuale e con essa condivideremo documenti ed esercitazioni.
Un corso di pratica della lingua straniera, come è patica la informatica che pratichiamo.
Come meta del viaggio delle nuove competenze, per gli AAAS potrebbe essere il riuscire a contattare in altre parti dell’Europa altri Adulti AAS, quindi usare l’inglese come lingua veicolare. I nostri paesi, intendo i Comuni, da noi sono spesso gemellati con città all’estero, perché non cominciare la ricerca di partner da lì?
Alle persone comunemente piace leggere le storie, le porti a leggerne una e sono disposte a continuare con altre. Poiché useremo la Lingua2, cioè L2, cioè l’inglese, le storie, le paginette che leggeremo iniziando saranno di contenuto facile, poiché così impareremo meglio a comprendere il significato di quelle parole e saremo portati a imitarne la pronuncia, a fare collegamenti, a fare confronti con/per la traduzione (trasposizione) in italiano nella nostra mente, fino a che non inizieremo a far pensieri in L2, in inglese. Leggere e ripetere i suoni, anche se non ne comprendiamo completamente il senso, è comunque necessario per memorizzare.
Impareremo anche che la lingua è un flusso di parole, come la storia che ci avrà letto Emma.
Piano piano cominceremo a star dentro l’inglese e al mercato o a casa ci verrà di voler usare qualche parola o espressione inglese.
Ripetere e leggere è un altro obiettivo di questo progetto. L’orecchio è il grande amico delle lingue.
Sulle parole, ad un certo momento del percorso, faremo qualche riflessione e vedremo che, come in ogni lingua, ce ne sono di originali, nel senso di generatrici, che moltiplicano i significati con delle modifiche o aggiunte (derivati, prefissi, suffissi, estensioni metaforiche).
Useremo delle tabelle così come abbiamo imparato a farle con l’informatica pratica.
Questo percorso nell’inglese dovrà rimanere schiettamente pratico, legato anche all’uso delle abilità apprese in informatica pratica. Potrà diventare la lingua della chat.
Vogliamo evidenziare che l’inglese è una lingua parlata, parlata involontariamente anche da chi non la conosce. Molte sono le parole che quotidianamente usiamo o che ci tocca ascoltare in nei notiziari e negli spettacoli in genere.
Molti ripetono le canzoni in inglese ma conoscono vagamente o per niente il contenuto del testo. Invece di non poche di esse ci siamo fatti l’idea di cosa significhino, tanto che le inglobiamo anche nel nostro parlare. Qualche esempio: Yes, OK, sorry, uichend o uikend cioè week-end; boifrend cioè boy-friend; girl-friend; slip; home-banking; green (grin); cheese cake; fish and chips; …
Certe parole sono ormai diventate per noi codici orali che stimolano significati ed emozioni, automaticamente. Usiamo via via un mistilinguismo che assembla simultaneamente più idiomi. E non ci sorprende più! Le parole straniere ci passano nelle orecchie e in mezzo ai denti e non ci facciamo caso, le subiamo. Il vortice della lingua parlata ci coinvolge, al di là della nostra volontà e conoscenza.
Di fatto abbiamo l’impressione che una lingua sconosciuta o poco familiare abbia da dire cose più importanti. Anche quei politici italiani, che male sanno parlarci in italiano o non di rado mentono, ricorrono a quello stratagemma: spending-revue, lock-down, green-pass, cash-back, green economy ….
Comunque, per questo progetto, anche questo serve, anche la nostra lingua contaminata ci serve per aprire una porta sulla lingua (l’inglese) che consideriamo “mondiale”.
Non ci spaventiamo a leggere le righe di questa programmazione, perché in realtà sappiamo che gli AAAS possono sempre fare di più di quel che pensano.
Noi, quando partiremo, faremo “Il nostro inglese con Emma” “Our English with Emma” senza timore, senza un eccessivo carico di responsabilità. Cercheremo di star lontani dalla pedanteria, come nello stile di Adulti Ancora A Scuola e di Inclassemia.
Per raggiungere mete più alte dovremo superare la casualità del parlato, via via dovremo arrivare a scoprire le regole grammaticali di un inglese “classico”. Affidandoci ad altri maestri e professoresse. Magari iscrivendoci ad un corso di inglese per adulti di UNITRE_Barga.
Fin dall’inizio ciò che importa è il contatto con la lingua L2, comunque vada.
Facciamo un’esperienza di studio nella nostra realtà, per adesso on line, a distanza; ci sorprenderemo!
Dopo la lettura e l’ascolto dei racconti di Emma, potremo passare ad altre voci, varie per modalità di comunicazione, molteplicità di toni e maniere.
La traduzione in italiano la considereremo un momento accessorio: la traduzione deve stare anzitutto nella nostra mente. Però, ogni volta che incontriamo qualcosa scritto in inglese di cui non conosciamo i vocaboli, con curiosità dovremmo cercarne la loro traduzione per memorizzare nuovi significati.
D’altro verso, la lettura e la traduzione di un testo diverrà importante per studiare la forma dei discorsi.
La forma dei discorsi è la struttura del pensiero, essa è spesso diversa da lingua a lingua. Quindi serve conoscere il come una L2 costruisce la frase, l’espressione ed i discorsi.
Quando conosciamo una struttura nuova, la potremo usare con appropriatezza.
Piano piano potremo comprendere un testo inglese senza la necessità di tradurlo in italiano.
L’obiettivo sarebbe il “pensare in inglese”. – Lo abbiamo già ricordato-.
Si parte dai testi, perché lì nei testi i vocaboli diventano parole, esprimono il pensiero che si esprime. Nei testi i vocaboli si scambiano qualcosa l’un l’altro, smettono di essere pedine e insieme offrono significati e concetti, cioè acquistano un senso complessivo.
E qui ritorna il perché bisogna ascoltare e leggere: i discorsi sono fatti di intenzioni, e queste non sono presentate solamente dai vocaboli, ma anche dal tono, le pause, gli accenti nella espressione.
- Quindi produrremo in lingua inglese. Sarà la lingua di scambio per intendersi alla pari con Adulti Amici A Distanza. Così il gemellaggio a distanza, se ci sarà, ha intanto l’acronimo: AAAD.
(Per informazioni sulla didattica e sul progettare è possibile scrivere a [email protected] )
questa pagina ha una sorella con le EVIDENZE DELLA PRATICA attuata, per usarla basta cliccare QUI.
Sabato 5 Febbraio 2022. Ieri sera c’è stata la riunione on-line di Little English ed è stata lanciata l’idea di avere un servizio di messaggi istantanei dedicato a Our English With Emma. Quindi un gruppo WA nel quale vale soltanto parlare (e ascoltare), parlare in inglese, i messaggi vocali saranno gli unici ad essere ammessi. Così da oggi abbiamo il gruppo WA Little English: Emma ha provveduto a confezionarlo, mentre il prof. ha partorito il piccolo logo che sta sull’avatar.