adulti ancora a scuola

Solidarietà Femminile

Adulti Ancora A Scuola Blog  ospita un terzo racconto sul filo della memoria memoria biografica di Emma Saisi. Vorremmo che questo filone avesse altre “puntate”.  Queste righe, Emma le dedica alla mamma, non solo alla sua, ma tutte le mamme del mondo.

Mia mamma mi ha insegnato tante cose. Tutto quello che ho imparato l‘ho appreso dal suo esempio.  Era una donna molto generosa, intelligente, di buon senso, non si stancava mai ed era l’efficienza in persona. Il suo carattere pendeva sempre verso la positività, mai si scoraggiava per le difficoltà che doveva affrontare. Ed è stata sempre il mio sostegno nella vita.  Dio solo lo sa quanto ho avuto bisogno di lei quando ho perso mio figlio di 20 anni (nel 2000).
Una cosa di lei che non potrò mai dimenticare: la sua solidarietà femminile.
Durante il viaggio in mare dall’Italia all’Australia, durato 32 giorni (1958) aveva fatto amicizia con una signora, anche lei emigrava dal nostro Paese. Era una giovane sposa che raggiungeva il marito, lui era partito un po’ di tempo prima di lei.
Anche mio babbo partì prima di mia mamma, quando io avevo cinque anni. Il destino ha voluto che queste donne sbarcassero insieme al Melbourne Harbour (il porto) e si ritrovassero pure vicine di casa in Nth. Fitzroy.  Dopo poco, tutt’e due iniziarono a lavorare. Mia mamma fu assunta in una manifattura di lana e la signora Luciana in un laboratorio di confezioni. Dopo un paio di anni dal nostro arrivo, nacque la mia prima sorellina, Maria (1960), ed anche alla signora Luciana nacque  il suo primo figlio, Roby.  Dopo 22 mesi dalla nascita di Maria nacque la mia seconda sorellina, Loretta. Due maternità ravvicinate, due figlie piccole, quindi mia mamma dovette rinunciare a ritornare in fabbrica.  La sua amica invece voleva riprendere a lavorare, ma non sapeva come fare con il figlio ancora piccolino.  Mia mamma la incoraggiò dicendole che lei era costretta a stare a casa per le figlie e che non avrebbe avuto nessuna difficoltà ad accudire anche il suo bambino insieme a loro. Luciana fu contenta di quella proposta e rassicurata ritornò alla sua occupazione. Mia mamma era molto generosa e non prendeva soldi per quell’impegno.  La sua amica, Luciana, per sdebitarsi del grande favore che le faceva, ogni fine settimana arrivava con un borsone di vestiario per tutta la nostra famiglia. Ricordo che mi divertiva tanto tirare fuori da quel sacco la roba, aspettando che saltassero fuori dei vestitini anche della taglia giusta per me.  Quei capi avevano dei piccoli difetti, e non potendo essere venduti nei negozi, l’azienda li offriva a prezzo stracciato, quasi regalati, ai dipendenti. Mia mamma era felicissima di questo scambio di favori.

Nella foto di gruppo ci sono tutte le persone che ho nominato nel racconto.
L’altra foto è con mia mamma in dolce attesa nel 1960 dove nello sfondo si vede la casa dove ci abitavamo in affitto, e la stessa casa l’ho ritrovata quando sono ritornata per una vacanza nel 2003…

A Melbourne c’era anche la zia Nella. Era molto affezionata alla mia famiglia. Lei aveva 17 anni meno di mia mamma ed era considerata come una figlia dai miei genitori. Quando sposò andò ad abitare molto vicino a noi, in Clifton Hill. Lei, la zia Nella, si era messa a lavorare a domicilio per un piccolo maglificio.  Confezionava abiti con la macchina da maglia, smacchinando pezzate di maglia-stoffa.  La zia ci regalava abitini confezionati da lei stessa. Erano molto belli e caldi.
Mia mamma instaurò una bella amicizia con la cognata della zia, Maria. Veniva da Filecchio. Aveva quattro figli.  Le mie sorelle ed io siamo cresciute con loro. La figlia, Rita, era in classe con me. La signora Maria era casalinga e quando andavamo a farle visita era molto festosa ed affettuosa con noi e ci considerava parte della sua famiglia.
La casa in affitto dove abitavamo era costruita su due piani. La mia famiglia stava al pian terreno ed al primo piano ci abitava una coppia di Turritecava, i carissimi coniugi Liliana e Piero. Eravamo molto uniti.  La signora era infermiera e quando mia mamma partorì le mie sorelle si prendeva cura di me.
Ringrazio tutte queste donne che ho avuto il piacere di conoscere nella mia infanzia perché mi hanno lasciato tanti bei ricordi che non dimenticherò mai.
Forse oggi giorno siamo diventate più egoiste, forse è la società che ci ha portati a pensare solo a noi stessi. Oppure abbiamo tanto e non sentiamo il bisogno degli altri. Forse in un paese straniero proviamo la necessità di stare vicini alle persone che sono nella nostra stessa situazione.
…. Ma quando tra di noi c’è complicità e solidarietà allora ci rendiamo conto di quanto l’amore e la sorellanza (come fratellanza, ma al femminile) ci possa rendere la vita più bella.

9 Maggio 2021. Buona Festa della Mamma!

Emma

3 Risposte a “Solidarietà Femminile”

  1. Emma ho letto, come accennavo ieri in riunione, molto volentieri e con grande interesse il tuo racconto: in effetti le parole mi hanno portato in viaggio, il tuo racconto è dettagliato e permette di vivere i momenti che descrivi. Complimenti!

  2. Grazie Professor Luti per averli pubblicati sul blog.
    A distanza di tanti anni i miei ricordi sono diventati più vivi che mai. Mi piace raccontarli e mi piace condividerli.
    Alla prossima……

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