adulti ancora a scuola

Riflessioni

Adulti Ancora A Scuola è un luogo digitale per chi si senta  di scrivere e raccontare. Adulti Ancora A Scuola è un luogo  ideale che comprende tutti quegli adulti che hanno ancora voglia di imparare, di collaborare per apprendere. E’ una sigla nata nel 2012 col CTP Mediavalle e Garfagnana. Adultiancoraascuola è anche un gruppo di adulti che in tempo di pandemia hanno formato una comunità di studio, cresciuta on-line oggi percorre strade di cultura popolare.  Questo pezzo è una riflessione di Daniela P.

Sono nata nel dopoguerra, in Italia, e ho vissuto per 73 anni in tempi di pace. Quando avevo 13 anni vissi con tanta angoscia l’escalation dello scontro tra l’America e la Russia e il timore per l’approssimarsi della terza guerra mondiale.

Mio padre ascoltava il resoconto giornaliero tramite la radio ed io sentivo crescere dentro la PAURA, passavo le notti a pregare perché ciò non avvenisse; avevo due fratellini piccoli e non volevo che morissero, ero arrivata a scrivere una lettera a Nikita Kruscev chiedendogli di ritirare i missili da Cuba per scongiurare la guerra nucleare, questa lettera la tenevo sotto il cuscino perché non sapevo come e a chi spedirla. Per fortuna la guerra non avvenne e io ricominciai a vivere serenamente.

Fino ad oggi mi sono sentita molto fortunata di non avere mai visto la barbarie e con me i miei figli e nipoti.  Mai avrei pensato che oggi l’umanità si trovasse di nuovo a correre il rischio di una guerra nucleare.

A distanza di 60 anni mi sento come quella bambina, osservo e vivo con angoscia questa invasione armata a danno di cittadini inermi che devono subire l’arroganza del potere motivata come allora dalla necessità di mostrare i muscoli alla Nato, cioè alle Nazioni che la compongono. L’invasione di un Paese da parte di una grande potenza militare è una cosa abominevole, è un crimine contro l’umanità, non si tiene conto delle vittime che procura né del dolore che provoca oltre alle tremende distruzioni.

Il sentimento che questa guerra suscita in me è la sensazione sgradevolissima di IMPOTENZA.
Credo che sia un sentimento condiviso da tutto il popolo europeo, dai nostri governanti, fino al Papa , che si spendono per ricercare soluzioni idonee ad interrompere il conflitto in atto.
Vivo giorno per giorno ascoltando e leggendo cronache di guerra e la situazione mi sembra sempre più complicata; nemmeno i corridoi umanitari vengono rispettati, non sono in grado di fare un’analisi delle cause ma so con certezza che niente e nessuno possa permettersi di calpestare valori universali democratici sui quali sono fondati i nostri diritti e doveri.

Un altro sentimento che mi anima si chiama RABBIA e suscita la voglia di combattere per difendere la PACE.

Termino qui, aspettando nuovi eventi… poco fa ho visto che Firenze ha coperto la statua del David con un drappo nero per solidarietà con il popolo Ucraino. Ora (6 Marzo 20222) su Rai Tre stanno dicendo che è stato danneggiato il gasdotto e probabilmente verrà ridotta la fornitura di gas… chi vivrà vedrà!

2 Risposte a “Riflessioni”

  1. Cara Emma, vorrei analizzare quale causa ha portato a questo conflitto . Io mi sono sempre ritenuta cittadina del mondo, ogni uomo lo vivo come fratello, la libertà e la pace sono i miei ideali, la solidarietà il mio credo. Oggi al trentesimo giorno di guerra dopo avere visto tutta quella distruzione e le tantissime morti mi chiedo: se fossi stata in Zelenski cosa avrei fatto? Sai Emma, io mi sarei dimessa immediatamente, perché nessun mandato mi avrebbe dato il diritto di portare il mio popolo alla distruzione per uno sterile e tragico patriottismo. Sarei stata consapevole degli innumerevoli interessi che promuovono questa guerra che erano molto più grandi di una occupazione o usurpazione di un territorio . Ora tu mi dirai che non ritengo giusto che un popolo si difenda, certo che è necessario difendersi dall’ arroganza del potere ma deve essere possibile farlo con altre armi.

  2. Grazie Daniela per il tuo bel racconta.
    Io della seconda guerra mondiale ho il ricordo delle parole che mi raccontavano i miei genitori. Certamente non avevo la visione di una guerra, ma di questa folle guerra seguiamo ogni brutto istante. I giornalisti svolgono un lavoro prezioso e pericoloso riportando con immagini tutto il possibile. Possiamo renderci conte della cattiveria dell’uomo. Vediamo i visi spaventati dei bambini e bambine, le mamme e babbi che piangono, gente ferita e sentiamo in diretta i suon delle sirene e fischi delle bombe che cadono sulla zone identificata. Come ha detto il Papa “in guerra non cè un vincitore”…
    Evviva la libertà……

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