adulti ancora a scuola

Dov’ero c’era il futuro.

AAAS è FELICE DI OFFRIRE SPAZIO AD EMMA ED AL SUO DELICATO RACCONTO SUL FILO DELLA MEMORIA E DELLA RIFLESSIONE.


Dov’ero c’era il futuro.
Un pizzico di biografia raccontata da Emma di AAAS

Mia mamma ed io abbiamo lasciato Gallicano per migrare in Australia nel 1958. Io avevo 5 anni. Prima di noi partì mio padre, alcuni paesani e mio zio, fratello minore di mio padre. Quando arrivammo a Melbourne avevamo già una casa presa in affitto. Mio padre aveva trovato subito lavoro nell’edilizia stradale e mia mamma poco dopo il nostro arrivo fu assunta a lavorare in una fabbrica di produzione della lana Merino’s.
Come per tutti gli immigrati anche per i miei genitori il primo problema si rivelò quello di non conoscere la lingua inglese. Solamente per andare a comprare il pane era un disagio. Io sono andata subito a scuola. Studiavo in inglese e in casa parlavo l’italiano, senza alcuna difficoltà, lo stesso era per tutti quei giovani che erano nella mia stessa situazione. Le mie due sorelle sono nate in Melbourne.
Dopo 10 anni, nel 1968, i miei genitori, per diversi motivi, decisero di ritornare in Italia.

Emma_io

Io avevo 15 anni, la mia sorella Maria ne aveva 7 e Loretta 6. Quando ci fu annunciata la decisione eravamo molto tristi perché dovevamo lasciare le nostre amiche del college, le suore, le nostre insegnanti, gli zii e i cugini cui eravamo molto affezionati.
Affrontammo un viaggio in nave di 32 giorni per ritornare in Italia.
Il cambiamento di vita si manifestò molto difficile per noi tre sorelle, perché in paese (Gallicano) era tutto diverso da dove provenivamo. Io c’ero nata, ma per le mie sorelle era un vero e proprio sradicamento. Per un periodo siamo stati ospitati in casa dai i nonni. Non c’erano le stesse comodità a cui eravamo abituate. Si avvertiva tanto disagio perché in casa non c’era nemmeno la stanza da bagno.
In paese le strade erano strette, non c’erano i mezzi pubblici per viaggiare liberamente, non avevamo amici e sentivamo tanta confusione intorno a noi. Anche le stagioni erano invertite. Quando lasciammo Melbourne era la stagione invernale, e arrivammo in Italia che era la stagione estiva.

La mia pagella

Per le mie sorelle l’impatto con la scuola fu traumatico, io invece preferii andare a lavorare in fabbrica, perché mi sentivo inadeguata per il mio accento straniero. All’inizio si presentò faticoso, anche per me. Avevo lasciato l’ambito scolastico da poco e ritrovarmi in una fabbrica con il rumore e la polvere era veramente strano. Ho affrontato un periodo di solitudine, incomprensioni per la diversità di mentalità e per lo stile di vita che erano molto differenti da quelli vissuti fino al nostro arrivo in paese.
Ma presto ci si adattò alla nuova vita.
Quest’anno sono 53 anni che la mia famiglia è ritornata in Italia. Nonostante ciò, ho ancora un angolino nel mio cuore dove nascondo la nostalgia per quella terra tanto lontana, tanto diversa, e tanto bella…
E pur tuttavia ringrazio i miei genitori perché con i loro sacrifici mi hanno regalato una ricca esperienza di vissuto e la possibilità di conoscere la lingua inglese.
Da quando sono nati i miei 3 nipoti, parlo a loro sempre in inglese con naturalezza. Perché  è cosi che ho imparato, da piccola. A casa parlavo l’italiano e a scuola studiavo in l’inglese, e tutto questo era la normalità per noi emigrati.
Ho lavorato per 40 anni ed adesso che sono pensionata ho del tempo libero. Mi sono offerta volontaria per portare una spolverata di lingua inglese ai bambini del nido e alla scuola materna. Da piccini imparano presto. E per me è una soddisfazione poter trasmettere quello che io ho imparato dall’altra parte del mondo.
Ho frequentato la St. John’s School in Melbourne, era diventata per me una casa fuori casa. Mi è mancata tanto.
Il lockdown da covid mi ha portato verso i corsi online legati alla terza età.
Tutto mi incuriosisce… e tutto mi risulta interessante.
C’è bisogno di stare al passo con i tempi… specialmente per non creare troppa distanza di dialogo tra noi ed i nostri nipoti. Bisogna poter seguirli nei loro linguaggi e nei loro interessi mentre crescono sotto i nostri occhi…
Anche per questo motivo “C’È SEMPRE DA IMPARARE”…
…e “ADULTI ANCORA A SCUOLA” è una occasione che ho voluto cogliere.

Emma Saisi               Febbraio 2021

Al porto di Genova
Melbourn city square_1970
1965-The-west-end-of-Melbourn

 

2 Risposte a “Dov’ero c’era il futuro.”

  1. Grazie Daniela per il tuo commento. E’ veor, per i bambini possono sembrare “fole”, infatti quando racconto qualchè storia della mia vita negli anni che ho vissuto in Melbourne inizio con “c’era una volta”….buona festa della donna…..

  2. Piacevole e interessante la storia di Emma. Scritta con grande leggerezza pur parlando di vicende sofferte. Apprezzo molto la sua positività e il suo spirito curioso.
    Il racconto ,che mi vien fatto di rileggere ogni volta che vado sul Blog, rievoca la storia dei miei nonni e bisnonni ,delle loro sofferenze e di ciò che hanno potuto conquistare col loro lavoro. Io ne ho goduto i frutti e con gratitudine racconto le loro storie ai miei nipoti, grandi e piccoli , perché non dimentichino, anche se, sono convinta, per loro sono…. “fole”.

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