adulti ancora a scuola

Bella Sempre e le Parole vuote

Bella Sempre anche quella mattina si è mostrata quale era dall’inizio dell’orogenesi apuana. Nel Paese delle Mascherine bastava guardare a ovest e lei si mostrava, bastava che la nebbia o le nuvole non la confondessero, altrimenti le Genti avrebbero potuto pensare che volesse giocare al nascondino pioggerellino😊.

L’epoca era quella del Cambiamento Climatico, che di parole ne ha fatte sprecare a iosa, non dico a fiumi perché ho paura delle inondazioni e degli straripamenti. E perché di altre piogge insistenti e frane non ne abbiamo oggi proprio bisogno, ed immagino non ne avessero allora, nell’epoca-uno delle mascherine, cioè nell’anno 21 del secondo millennio dopo Cristo, nel 5781esimo anno ebraico, nel 1442 del calendario islamico, nel cinese 4718 辛丑 (xīnchǒu) – 牛 niú – bue, nel conto lungo maya 13 baktun 0 katun 8 tun 3 uinal 13 kin (cioè nel 5135), nel 1943 del calendario Saka Indiano,  nel 15 Tarr 2013 etiopico … insomma era l’Onwikari-onì o Lona Dura secondo i Dakota nativi d’America.

Quell’oggi Bella Sempre andava e veniva agli occhi dei Mascherindiventati, e la ottantenne EVa-Dritta raccontava ai nipoti che una volta non era così (almeno a lei non era sembrato), i proverbi erano dritti, dicevano il vero, erano parole da rispettare, anche quello di Quando la Pania mette il cappello, o barghigiani prendete l’ombrello!
Eppure era una bella giornata, a terra c’era ancora la nevicata che non decideva a sciogliersi e lasciar spazio a margheritine e crochi. Ma le nuvole andavano e venivano. Facevan mentire anche i proverbi. E non c’errano spiegazioni plausibili perché era Gennaio e non Febbraio febbraietto corto corto e maledetto.

EVa era certa che qualcosa era cambiato, stava cambiando non soltanto nel clima ma anche nella testa dei Mascherindiventati; nell’epoca precedente il promettere per avere era uno sport diffuso ma tollerato, faceva parte del gioco, ma quelle parole che non tornavano erano quelle pronunciate da troppi politici, quindi una dritta che tutti conoscevano, un assioma democratico era i politici mentono, sia che vogliano o che non vogliano, troppo spesso.
Quindi Pinocchi! Pin-occhi: e tu non conoscevi il pin (!) e quindi non potevi entrare per dir loro “fottuti” a quattr’occhi e buttarli fuori a calci uno ad uno! Era la sciagura nazionale atavica, e quindi sopportata come i calli e le unghie incarnite; quella sciagura se si fosse ancora diffusa sarebbe comunque dovuta al Diritto Romano, cavilloso e burocratico.
Non piaceva a nonna EVa-Dritta, e Bella Sempre stava a guardare.

EVa-Dritta raccontava ai nipoti che in quell’epoca una cosa diffusamente avveniva, come una pandemia: tante e tante (non sapeva dire se tutte) erano diventate vuote. Guardate bimbi, anzi ascoltate: “e sentirete annunci senza riscontri, notizie senza spiegazione, parole italiane che non conoscete, parole straniere in discorsi italiani, significati significanti a chi sa chi ma non a voi, a noi, bimbi!!”
– Non vi fate incantare dalle parole, bimbi, possono essere come le bellane, prima apritele, solo allora saprete se son piene!
– Nonna EVa-Dritta, come si fa a sapere se le parole sono vuote?

Nel Paese delle Mascherine, nel tempo in cui tanti stavano più a casa del solito, Bella Sempre era ancor più presente agli occhi di tutti, più la guardavano e più era bella come la Ripa per il Carbonaquo da Gragnana fotografo per diletto. Ma diventava sempre meno attendibile per dirti come andava la giornata. Insomma avrebbe voluto dire alle Mascherine “attente alle parole vuote!”. Non fidatevi più dei proverbi e delle tradizioni e del lo dicono tutti.
– Bimbi, insomma, non fatemelo ripetere, l’avete in mente le bellane? No? Voglio dire le nocelle! Si! Sono marroni, le porti in casa e le schiacci per toglierci il guscio: che fregatura quando ti accorgi che sono vuote!

Anche allora, nel tempo delle Mascherine, e anche nel Paese delle Mascherine, ascoltavano i notiziari, essi erano diffusissimi, un nuovo modo da illusionisti per riempire i palinsesti, settimi, ottavi e chi più ne aveva, più ce ne metteva. Finiva un tg e molti si accorgevano che era vuoto, allora giravano canale e ne ascoltavano un altro e un altro e poi un tolcsció alla volta e gli approfondimenti: come era difficile quel periodo, non c’era la parola fine a nessun ragionamento, non c’era alcuna sicurezza che la informazione fosse come il cognome di EVa: dritta. Era tutto un rimando su tutto, un tempo sospeso come raccontava un blog di quel tempo, adultiancoraascuola.eu  .
In quel Paese delle Mascherine, dei Bimbi e di nonna EVa, con il governo del Paese in Stato di Emergenza, c’erano mille occasioni per gli appelli alla Nazione, e le Dirette si sprecavano, volevano convincere i Mascherindiventati che le bellane erano piene! Sempre! Anzi e soprattutto prima che le aprissero!
I politici le volevano rifilare come ovi di pasqua. Ma non era ancora Pasqua! Era Gennaio.
E Bella Sempre rimaneva lì, e si mostrava a monti e a mare, invischiava occhi, sentimenti, scarponi e proverbi. Ingannava?
Nonna, perché? Le parole ingannano?
– Ciò che inganna sono le cose …viscose. Allettanti, che ti ammaliano, ti fanno entrare in un imprigionamento amoroso. Quelle che ti sembrano belle come la Pania.  ingannano, raggirano.
Gli AdultiAncoraAScuola stavano programmando una reiunion on laine per decidere di parlare solo con parole straniere, tanto vuote per vuote almeno suonavano strano e poi così potevano ballare insieme a Celentano il prisencolinensinainciusol. E tirarsi su l’animo.
Ma la riunione non si fece, ossia andò male perché le linee internet non sopportavano il traffico, in quell’epoca erano obsolete, anche se da cent’anni i governi e le leggi finanziarie avevano promesso collegamenti rapidi e sicuri web2 web3 e web4 a tutto il Paese Senza Mascherine.
Gli AdultiAncoraAScuola iniziarono ad aver dubbi anche su Bella Sempre, sulla Pania. Il proverbio, guardandola, non li rassicurava più. Ci fu anche chi si domandava del perché quella Bella Montagna l’avessero chiamata Pania. E che cosa significasse pania. Di positivo o di negativo.
A primo orecchio e all’occhio poteva significare qualcosa come pane, panettone, toh!
Allora nel Mondo si diffondeva il web5, quello degli algoritmi intelligenti, e la nonna EVa-Dritta disse ai nipoti: “State a vedere che ci dicono che anche noi abbiamo di più, anche la fibra e il 5G!”.  Le reclami erano tutte per quel verso. E i trulli anche nel Paese delle Mascherine ci credevano davvero, anche in un paesino remoto di fronte alla Bella Sempre, col Domo trecentesco scalpellinato dai bergamaschi che sta a guardarla imbambolato.
– “Nonna, ma allora le parole sono vuote?”
– “Quelle che vi dico io non credo, ma molte che passano son come il vento o come l’acqua sotto i ponti: non macinano più, dopo il loro suono niente! Vuol dire qualcosa per voi, Bimbi? Se le parole son come l’acqua che se ne va e non si trasformano nei fatti che descrivono, son bugie.”
– “Nonna, quando ci dici queste cose, stai dritta! Sei bella. Non sei bella sempre, ma quando stai dritta diventiamo curiosi, il dubbio ci viene.
– “Chi è Bella Sempre è come il vischio, ti ci appiccichi e non te ne puoi liberare anche se lo vuoi! Di fronte alle parole lasciati sfiorare dal dubbio, parola ambigua, che non ti invischia come una pania. Il dubbio ti chiede di scegliere, e per scegliere devi pensare e poi decidere per imboccar tu la strada. Il sentimento, la pancia, la accettazione di misteri o parole vuote non combaciano con il sentirsi dentro la storia. Se segui parole vuote di fatti ti sei fatto invischiare dentro la storia di altri, e tu non hai più storia. Dovrai arrenderti alla rassegnazione, o all’impotenza.”
– “Nonna EVa, ma noi possiamo capire quello che dici?”

Quella sera nel Paese delle Mascherine EVa-Dritta non rispose, guardò l’orizzonte con un dolce sorriso di sfida, guardava la Pania, Bella Sempre, e continuava a non cedere ai proverbi ed alle scaramanzie.
Anche loro nel Pese delle Mascherine gli AdultiAncoraAScuola si andavano ponendo dei dubbi, accettavano nuove sfide, si invitavano l’un l’altra a riprendere in mano il loro sapere, e riprendevano il gusto di fare, di sapere, ponendosi dubbi per sentirsi più vivi, pronti a fare e a smettere il solo chiacchierare, tanto più che con le mascherine alla bocca le parole oltre che vuote risultavano stonate.

CHI NON SMETTE DI SOGNARE, VUOL DIRE CHE VIVE A OCCHI APERTI. (MagicoRe’’21)


Nota storiografica: a quell’epoca Unitre_Barga per AAAS aveva aperto corsi a distanza di informatica pratica, lingua inglese, origami e italiano per stranieri. Erano corsi forti, ganzi, ma purtroppo ancora pochi A erano pronti ad usare la scuola via internet restando a casa.
Anche il blog su cui abbiamo ritrovato queste notizie era per pochi, navigarlo era simpatico e impegnativo il leggerlo, non era “un facebuc che lo sapevan usare anche gli gnalfabeti”, e per farlo conoscere bisognava fosse condiviso, postato, reclamizzato col passa parola tra gli Adulti, chè sarebbero tornati a scuola un po’ di più se l’avessero letto. Ma quella era quell’epoca nel Paese delle Mascherine.


 

4 Risposte a “Bella Sempre e le Parole vuote”

  1. The first thing that comes to my mind reading the story, is the title of the song “words don’t come easy to me”.
    Many words have been pronounced during this year of pandemic. Goverments say words peace and others give words of hope. Sometimes people can talk too much and senseless. Farmers are famous for proverbs because they deal everyday with climate changers and work hard to get the most of what the land can give to them. The mountain chains that surround the country are there, like giants, amasing more than ever with the white snow that falls on top. These huge steep hills , that seem to touch the sky, can hear all the words ,coming from the world down below ….. Many words…. “blowing in the wind.” ..

  2. The first thought that comes up to my mind is the song ….
    “words don’t come easy to me”….
    Many words have been pronounced for this pandemic. Many governments have used words of hope and others used words of promises. Sometimes people talk and talk without sense. Many proverbs have been made by farmers who work with climate changers all year long. But one thing that we can be sure of, is that our Mountain Chains are there, beautiful as ever, now with the white snow on top, and can hear all the words that blow in the wind.

  3. Tutte le sere vado a vedere Bella Sempre . E’ come un saluto, una preghiera : lei è lì, mutevole e fascinosa .. lì, immobile. A seconda dell’età e dello stato d’animo la si può sentire come una presenza fissa e rassicurante o come un impedimento a guardare oltre. Chiude la valle e può addormentare i cervelli. E’ rassicurante, ma non aiuta a distinguere e scegliere; fa venir voglia di lasciarsi andare, con le spalle coperte, noi che abbiamo la fortuna di stare in questo magnifico luogo e siamo bravi, buoni e intelligenti. In realtà l’andar per il mondo insegna e impegna, può ferire, ma aiuta a intravedere un futuro, una possibilità, aiuta ad aprirsi e confrontarsi. Mi è piaciuto molto quel NO (scappato) su whatsApp , quel NO solitario, senza agganci, quel NO sospeso in attesa di futuro; mi ha colpito e consolato per tutti quei sì che ai miei tempi bisognava dire ed accettare per essere considerate . Certo che in tempo di Covid, di cambiamenti globali e di litigi nazionali penso che il dubbio sia una costante, ma si può dubitare di tutto e di tutti? La Bella Sempre può essere un mito, un miraggio e quindi pericolosa solo per quello. Forse il sostenerci a vicenda, lo scambiarsi pensieri e aspirazioni, l’imparare , il crescere ( anche se si hanno ottanta anni) l’essere capaci di comunicare con empatia, criticare con veemenza, obiettare senza timori nè violenza .. forse può aiutarci a scegliere e aiutare. FORSE.

  4. Parole vuote e… parole vere,interrogative,libere. E la Pania sta a guardare (“…Io che l’amo,il vecchio monte..”),sempre bella.
    Ricco di riflessioni il racconto,attende una rilettura attenta.m

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